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Tecnica d’Ipnosi Costruttivista basata sull’inconscio specchio di Jung

Ipnositerapia

Tenendo presente che nella filosofia /visione psicologica dell’ipnosi costruttivista, secondo la mia visione, non esiste una tecnica fatta da un copione da recitare, ma sempre un adattamento dell’ipnoteraputa al paziente e alla singola sessione di ipnopsiterapia. Ma semplicemente uno schema da seguire , che si basa per sullo sviluppo della sensibilità e dell’empatia dell’inconscio del terapeuta, poiché l’inconscio teorizzato da Freud e e con differente visione da Jung su cui si basa quella costruttivista io lo possa ritenere il dialogo fra i due emisferi celebrali che ne genera un terzo virtuale che possa avere un proprio giudizio e una propria subcoscienza dentro il meccanismo mente corpo.

Il cervello secondo MC Lean vi sono tre formazioni anatomiche distinguibili in: Rcomplex  (cervello rettileliano) – Sistema limbico (cervello mammifero) –  Neocortex (cervello cognitivo).

Ognuna di queste strutture è adibita a determinate funzioni, queste funzioni furono tradotte in operatori:

  • R-complex (o cervello rettiliano): si occupa dei bisogni e degli istinti innati nell’uomo; gli operatori rettiliani sono i seguenti: isoprassico, specifico, sessuale, territoriale, gerarchico, temporale, sequenziale, spaziale e semiotico. 
  • Sistema limbico (o cervello mammifero) agisce l’emotività dell’individuo; infatti questa struttura contiene prevalentemente operatori emozionali: fobico, aggressivo, cura della prole, richiamo materno, innamoramento, ludico.
  • Neo-cortex (neo corteccia o cervello razionale) è la sede degli operatori specifici che caratterizzano l’essere umano, pensiero, cognizione: olistico, riduttivo, generalizzatore, causale, binario, emotivo.

Per quando riguarda le sensazioni associate alla conoscenza delle verità fondamentali, Mc Lean scrive : “Sembra che l’antico sistema limbico fornisca gli ingredienti per la forte sensazione affettiva o convinzione che noi attacchiamo alle nostre credenze, senza badare se siano vere o false!”

La connessione causale fra fenomeni stabilita dal cervello pu essere: di tipo razionale, osservabile, sperimentale, se il Neocortex riesce a trovare la causa; di tipo magico, che non è osservabile né sperimentale, ha gradi più o meno alti di illogicità, ed è accettata per fede. Il pensiero magico ha la sua origine inconscia nell’R-complex e viene elaborato e reso cosciente dalla corteccia cerebrale, che tenta di dargli una parvenza di razionalità.

L’ipnosi costruttivista si basa su questi principi e sull’ipnosi clinica tradizionale di Freud . l’ipnosi e portare in modo controllato dal terapeuta il paziente in un notevole stato di contemporaneo di concentrazione e rilassamento.

Quando si parla di ipnosi si pensa solitamente ad una esperienza che ha a che fare con il controllo da parte di una persona sulla volontà di un’altra. Questa visione parziale e distorta non permette di comprendere quali sono le esperienze dell’uomo interessate direttamente o indirettamente dall’ipnosi.

La vigilanza: è caratterizzata da uno stato di veglia che non necessariamente è associata alla consapevolezza di ci che accade nel mondo che ci circonda.

La consapevolezza: consiste nella consapevolezza del mondo che ci circonda e, nella condizione più evoluta, del proprio essere, la consapevolezza pu essere rivolta anche al mondo interiore.

Lo stato di coscienza è stabilito dal buon funzionamento, e dall’equilibrio delle due componenti. Quando si ha vigilanza senza consapevolezza la persona appare con gli occhi aperti, un normale ciclo sonno-veglia senza segni di contatto con l’ambiente. Questa condizione è normalmente conosciuta come stato vegetativo.

Quando si ha bassa vigilanza con consapevolezza al mondo interiore la persona appare con gli occhi aperti o chiusi, in posizione statica, reagisce a comandi in modo rallentato. Questa condizione è normalmente conosciuta come stato di trance.

Nel caso del coma oltre alla consapevolezza manca la vigilanza per cui la persona ha gli occhi chiusi e ha difficoltà a fornire risposte anche riflesse (es. reazioni allo stimolo doloroso).

Lo stato di coscienza può avere diversi livelli che non sono classificati in modo univoco.

Anche lo stato di Ipnosi è uno stato di coscienza caratterizzato da una ridotta consapevolezza del mondo esterno ed una maggiore presenza del mondo interno, il dialogo interno appartiene al mondo interiore ed è alla base della consapevolezza interiore.

L’ipnosi è un esperienza che riguarda gli stati mentali che l’uomo vive costantemente, dallo stato mentale di veglia, l’idea stessa di realtà condivisa nella vita quotidiana, a tutti gli altri possibili stati mentali alternativi.

Per meglio intenderci sull’ipnosi passando dalle idee ai fatti è utile comprendere alcuni punti fondamentali:

Il peso delle parole con l’ipnosi; sistemi di preveggenza e ipnosi; il senso del simbolo e del magico ed i collegamenti con l’ipnosi; l’ipnosi nei sistemi di coercizione psicologici, il lavaggio del cervello; i sistemi totalitari, Il carattere illusorio della conoscenza, la realtà come trance condivisa.

Come fare cose con le parole

Quando le parole riescono a trasformare la realtà noi ne veniamo travolti e condizionati al punto che tutto si trasforma in altro, senza lasciarci il tempo neppure di reagire, le nostre aspettative si trasformano nella nostra realtà, qui si disvela il segreto dell’ipnosi, far avvenire cose con parole.

A un malato grave e in punto di morte i medici hanno francamente comunicato che non sanno diagnosticare la sua malattia, ma che probabilmente potrebbero aiutarlo se conoscessero la diagnosi. Gli comunicano inoltre che un famoso diagnosta visiterà nei giorni successivi l’ospedale e sarà forse in grado di riconoscere la malattia.

Un paio di giorni dopo lo specialista arriva e fa il suo giro. Giunto al letto del malato, gli getta un’occhiata frettolosa, mormora “moribundus” e prosegue.

Alcuni anni più tardi l’uomo va a trovare lo specialista e gli dice: «Volevo già da tempo ringraziarla per la sua diagnosi. I medici mi avevano detto che avrei avuto la possibilità di cavarmela se lei avesse potuto diagnosticare la mia malattia e nel momento in cui lei ha detto “moribundus” ho saputo che ce l’avrei fatta» (Brancka Skorjanec, Il linguaggio della terapia breve, Ponte Alle Grazie, Milano 2000, p. 26)

Il racconto appena citato fa riferimento a un fatto veramente accaduto ed è un ottimo esempio di come sia possibile “fare cose con le parole”. Questo termine è presente nella teoria degli atti linguistici di Austin (How to do things with words, 1962). Secondo questa teoria un atto linguistico è una frase che non serve a definire una cosa vera o falsa ma a porla in essere. Un enunciato di questo tipo è detto performativo per distinguerlo dai constatativi.

Per chiarire meglio il concetto facciamo alcuni esempi di atti performativi:

  • Dichiaro guerra
  • Mi scuso
  • Vi dichiaro marito e moglie
  • Ti battezzo
  • Ti nomino
  • Ti condanno
  • Ti avverto
  • Ti lascio in eredità
  • Ti do la mia parola
  • Con questo, sei avvertito
  • Scommetto con te 10 euro che domani piove

In realtà Austin finisce per superare questa dicotomia tra constatativi e performativi con la semplice constatazione che tutti gli enunciati oltre a significare qualcosa eseguono anche atti particolari (evocano delle risposte) perché sono dotati di una forza specifica che va oltre la loro forza letterale.

Un esempio di ci pu essere l’uso indiretto: “Quella porta è aperta?”, “Sai le ore?”. Oppure prendiamo una frase del tipo: “Ti avverto che il toro caricherà”. Tale frase compie l’azione di avvertire (performativo) e predica qualcosa di vero o di falso (constatativo).

Si dice che un atto linguistico pu essere ben riuscito solo quando soddisfa e si attiene a una procedura convenzionale esistente e lo fa in modo corretto e completo secondo il contesto appropriato determinando così il risultato previsto secondo la volontà dell’autore.

Per contesto appropriato si intende che le circostanze, le persone, i pensieri, le emozioni e le intenzioni sono appropriate e congruenti.

L’ipnosi non si ferma alle parole, utilizza il linguaggio in tutte le sue manifestazioni, quando una persona, che partecipa ad un rituale molto toccante, come pu essere una funzione liturgica in un Santuario conosciuto, con una forte aspettativa di guarigione da una malattia, ad un certo punto entra in trance, anche senza rendersene conto e la sua attenzione si focalizza solo sulla monoidea di guarigione, se rimane concentrata sulla monoidea realizza un’ideoplasia, muovere proprie azioni solo col pensiero senza una diretta volontà, avviando un processo di auto-guarigione, più o meno veloce, che sicuramente risulterà efficace.

L’atto di fede contiene gli stessi ingredienti di un’indizione ipnotica:

  • forte aspettativa positiva (che possa succedere)
  • attivazione emotiva (carica emotiva)
  • abbassamento della critica (pensiero indifferenziato)
  • monoideismo (sviluppo della stessa idea)

Questi elementi garantiscono l’attivazione dell’emisfero destro capace di influire con ideodinamismi sul corpo e sistema neurovegetativo: il cervello pre-ipotalamico, mobilizza l’energia emotivoaffettiva collegata alla monoidea per dar luogo ad una sintesi di neurotrasmettitori, di mediatori, di peptidi e di ormoni, all’interno dell’ipotalamo che fa da trasformatore, queste sostanze a cascata trasmettono l’informazione sia nel resto del cervello post-ipotalamico, e sia nel resto del corpo, per trasformarla in azione.

Sistemi predittivi e veggenza

In riferimento ai mentalismi, (virtuosismi di pensiero logico ed intuitivo) come capacità predittive, previsioni, considerazioni sul futuro, analizzando il modo di operare dei veggenti è possibile suggerire delle regole per risultare loro pari:

Fare tante previsioni, e sperate che qualcosa si avveri. Se ci avviene, esibirle con orgoglio. Ignorare le altre.

Essere vaghi e ambigui. Le dichiarazioni precise possono essere sbagliate.

Usare molto simbolismo. Essere metaforici e utilizzare immagini di animali, nomi e iniziali. I credenti possono combinarle in molti modi.

Per ogni previsione cercare di coprire ciascuna possibilità e scegliere quella che si verifica come il «reale» intendimento della vostra previsione.

Indicare sempre un’origine divina per le vostre predizioni. In questo modo, i detrattori dovranno prendersela con Dio.

Non importa quanti errori farete, andate avanti. I credenti non prenderanno in considerazione i vostri sbagli e continueranno a seguirvi.

Predicare catastrofi: i devoti si ricorderanno più facilmente e diventano di gran lunga le più celebri profezie.

Per fare un po’ di autocritica anche l’ipnotista fa cose analoghe. Per poter essere efficace copre tutte le risposte possibili, rimane molto vago e ambiguo, fa uso di un linguaggio immaginifico e metaforico, incorpora tutti gli eventi e li utilizza a suo favore prendendosi il merito, evoca entità non verificabili come l’inconscio, nel caso in cui realizza fenomenologie negative come l’impossibilità ad alzarsi, a parlare, il suo prestigio viene enormemente ampliato. Possiamo per aggiungere che seguendo il principio della regola aurea del buon ipnotista: ogni persona al termine di un’induzione deve poter portare con se qualcosa in più di positivo e questa è la differenza che fa
la differenza.

Parole senso e significato nel contesto magico

Il lavoro con l’ipnosi avvicina al mondo della magia in quanto crea possibilità e nuovi ordini attraverso percorsi diversi da quelli condivisi, permette un riordino dell’esperienza, pensiamo all’idea di scoperta, in fondo la scoperta, come l’induzione ipnotica, come un sogno guidato, è un atto di magia, unisce cose e persone in un modo nuovo, differente.

“La scoperta consiste nel vedere ci che tutti hanno visto e nel pensare ci che nessuno ha pensato” ci è suggerito da Szent-Gyorgy, la psicoterapia lavora sul cambiamento e permette ad ogni individuo di reincorniciare la propria visione del mondo, è possibile usando l’ipnosi far cambiare comportamenti e pensieri che la persona ha organizzato in base alla propria esperienza.

Il pensiero arcaico, antico è ad un tempo pensiero empirico/tecnico/razionale da un lato e simbolico/mitologico/magico dall’altro. Il segno ed il simbolo si distinguono in due sensi diversi:

  • un senso indicativo e strumentale in cui prevale l’idea di segno
  • un senso evocatorio e concreto in cui prevale l’idea di simbolo (croce cristiana, croce uncinata ecc.)

Con le parole vengono evocati percorsi strutturati di esperienze differenti, l’ipnosi guida alla struttura dei propri piani comportamentali, ogni nome racchiude in se il segno ed il simbolo, il significante (segno arbitrario), il significato (senso), il referente (l’essere o la cosa nominata).

Il pensiero mitologico si rifà all’intelleggibilità del vivente, il particolare, ed il concreto, tutti gli eventi sono dei segni, vanno interpretati, collegandoli tra loro si creano nuove associazioni che orientano nella lettura delle proprie esperienze.

Ad esempio l’analogia tra sfera umana e sfera naturale ha portato a considerare i caratteri antropomorfi del cosmo, un paradigma antropo socio cosmico di riferimento. Questa visione identificativa e proiettiva ha portato a delineare l’influsso degli astri sulla vita delle persone, tanto da rendere gli individui influenzabili dalle predizioni ipnotiche dei programmi che l’astrologia declina per ogni periodo ed attività umana.

Prendendo in considerazione la magia possiamo egualmente vedere come si intreccia al mondo dell’ipnosi. Le pratiche magiche non inibiscono il principio di realtà il desiderio deve obbedire a regole e riti per compiersi.

La magia obbedisce alla regola dello scambio, la magia corrisponde al pensiero simbolico/mitologico nello stesso modo si pu sostituire al termine magia il termine ipnosi:

  1. L’Ipnosi come l’azione magica si fonda sull’efficacia del simbolo, evocare e contenere ci che il simbolo simboleggia.
  2. L’Ipnosi come la magia si fonda sull’esistenza mitologica dei doppi, degli spiriti, delle reliquie, delle statue, delle immagini, delle esperienza reali o immaginarie presenti in noi.
  3. L’Ipnosi come la magia si fonda sull’analogia, la forza dei simboli figurativi di immaginette, fantocci, bambole.
  4. La magia utilizza il sacrificio, che porta fertilità, si ingrazia gli spiriti, ottenendo protezione, e sviluppando l’idea di purificazione, l’ottica del sacrificio è ancor oggi molto utilizzata per poter ottenere vantaggi, con l’ipnosi si lavora associando esperienze tra loro ed ottenendo risultati analoghi.
  5. Tutte le magie del doppio si ritrovano ad agire su bambole, feticci, simbolismi, così strutturando parti differenti in un individuo con l’ipnosi è possibile creare nuovi significati, comportamenti.
  6. La magia si fonda sulla potenza simbolica del linguaggio, sulla potenza analogica del mimo (comunicazione non verbale), e sulla potenza del rito, l’integrazione dell’universo mitologico che permette di stabilire il commercio con gli spiriti, nell’ipnosi succedono cose analoghe, l’immaginario si confonde con il reale, si emulano realtà possibili che poi si strutturano nei programmi di vita delle persone.

Simboli mito e magia devono essere uniti e proposti assieme perchè ognuna di esse possa dare un
risultato compiuto, il pensiero razionale/empirico/tecnico si fissa sull’oggettività del reale, il pensiero mitologico si basa sulla soggettività dell’esperienza, la realtà soggettiva, l’ipnosi dal canto suo declina questi due livelli su di un unico piano esperienziale.

Nel pensiero simbolico/mitico/magico soggettivo ed oggettivo non sono dissociati si confondono, la rappresentazione si confonde con la cosa rappresentata, immagine e parola sono ad un tempo segni/simboli/cose (nome evocatore, immagine evocatoria, cosa evocata), il linguaggio è ancora indissociato non distingue tra indicazione ed evocazione, prosaico e poetico. Ogni attività mentale indifferenziata, l’attività della retromente, tende a reificarsi, ad unire immagine, parola e cosa, tende alla proiezione/identificazione, questo è anche il livello che l’ipnosi sfrutta, utilizzando l’attività del cervello “rallentata” (onde alfa) nello stato di trance, rispetto allo stato di veglia, il pensiero indifferenziato, e l’attività ideomotoria conseguente.

Anche il pensiero razionale tende alla semplificazione quando degenera nella razionalizzazione, risultato dell’attività di computazione che mette in primo piano soltanto entità dotate di senso, i segni ed i simboli, tanto da credere che l’universo emetta segni, mentre è la mente ad inferire segni, senso e significato dall’universo stesso.

Caso ed evento fortuito sono stati solo tardivamente ammessi dall’evoluzione della conoscenza.

Il pensiero simbolico/mitologico/magico utilizza l’identificazione per analogia, struttura la metamorfosi come formula onnicomprensiva e potenziale.La soggettività tende ai miti e l’oggettività tende a distruggerli, ma l’oggettività ha bisogno di un soggetto e il soggetto ha bisogno dell’oggettività, il soggetto che è all’interno del pensiero simbolico/mitologico/magico controlla dall’esterno il pensiero empirico/razionale/logico che gli serve a imporre il suo potere sulle cose.

Il mondo magico trae i suoi limiti dai limiti di quelli della mente:

  • l’incapacità o la grande difficoltà di fare tesoro dell’esperienza ed imparare dai propri errori
  • l’incapacità o la grande difficoltà di modificare i propri schemi mentali, in funzione delle novità
  • l’incapacità o la grande difficoltà di discernere i veri presupposti, problemi e criteri di giudizio da quelli falsi, raccogliendo una inutile mole di dati di riferimento
  • l’incapacità o la grande difficoltà di concepire mezzi adeguati ai fini, ricordare i fini nell’uso dei mezzi, cause finali da cause efficienti

La definizione di magia: è la scienza o meglio l’arte di causare il verificarsi di cambiamenti conformi alla propria volontà.

Il presupposto della magia è che qualsiasi cambiamento si richieda, pu essere provocato mediante l’applicazione di un giusto grado d’una certa forza, nel giusto modo, attraverso il giusto mezzo ad un giusto oggetto.

Da qui i seguenti corollari:

  • Ogni atto intenzionale è un Atto Magico, in quanto è una forza di volontà applicata con modi e mezzi idonei al raggiungimento di un obiettivo.
  • Il primo requisito necessario per provocare qualsiasi cambiamento è la completa comprensione, qualitativa e quantitativa, delle condizioni di partenza.
  • Il secondo requisito necessario per provocare qualsiasi cambiamento è la capacità pratica di mettere in azione le forze adatte alla situazione.

Se prendiamo l’esempio di un atto magico del tipo “con questo sortilegio io ti libero dal malocchio!” sappiamo che pu avere effetto solo se le persone coinvolte hanno i pensieri, i sentimenti e le intenzioni richieste dalla procedura e se la procedura è stata eseguita come richiesto. Inoltre questa procedura o prassi il più delle volte si fonda su convenzioni ratificate dalla comunità di appartenenza.

Il potere della magia risiede proprio nella capacità della parola di suscitare immagini e emozioni nell’interlocutore.

Per il mago l’immaginazione è realtà, perché quando un uomo immagina qualcosa crea effettivamente una forma pensiero sul “Piano Astrale”. Questa forma pensiero può avere effetti benefici o malefici una volta che è stata vitalizzata dalla Volontà, dall’Emozione e dalla Fede. A questo proposito scriveva Paracelso: “L’immaginazione è come il sole, la cui luce non è tangibile, e tuttavia pu incendiare una casa”.

Queste forme pensiero hanno una caratteristica peculiare, possono sfuggire al controllo del loro creatore che ne rimane effetto.

Qualcosa di simile accade quando acquistiamo un cagnolino per il nostro piacere, perché ci tenga compagnia. Col tempo esso diventa il nostro padrone, ne siamo dipendenti e dobbiamo soddisfare tutte le sue voglie.

In altri casi le forme pensiero sono create e potenziate dalla collettività. Si parla allora di una eggregora, cioé di una creazione sul piano astrale frutto della forza psichica congiunta di un certo numero di persone costituenti la catena magica.

I cerimoniali magici hanno proprio la funzione di creare e potenziare queste forme pensiero tramite il coinvolgimento emotivo nei confronti di qualcuno, di qualcosa, di un’idea; in genere qualunque cerimonia tende ad apportare un tono emotivo, mantenendo un atmosfera “magica”, dove gli stessi cerimonieri sono in uno stato di trance condivisa col resto del pubblico partecipe.

In altri casi succede che la forma pensiero sopravviva all’autore. Per esempio i mondi descritti da Tolkien esistono ancora e possono essere visitati da tutti noi quando leggiamo i suoi libri. Lo stesso vale per qualsiasi personaggio di fantasia. Questi personaggi esistono in un mondo parallelo, chiamatelo come volete piano astrale o mondo 3 come lo chiamava Popper, il mondo dello spirito umano delle sue storie e racconti continuamente potenziato e vitalizzato da tutti coloro che vi credono ancora. Una cosa esiste e vive per quanto viene evocata, il semplice ricordo evoca mondi che quando sono condivisi divengono, giocoforza, esperienze collettive di trance, l’ipnosi è dunque costantemente presente come dimensione individuale o collettiva dell’esperienza. Quando si dice che l’esperienza è la causa ed il mondo ne è la conseguenza si declina un atto magico, si connota, meglio detto si costruisce, una realtà, il mondo, partendo dalla condivisione di una punteggiatura di fatti, l’esperienza appunto.

Ogni “fatto” sussiste sul piano reale per una punteggiatura, descrizione, fatta sul piano formale, astratto; la prassi operativa, processo, equivale alla descrizione di un osservatore rispetto ad un osservato, l’ordine dichiarato per tale processo equivale ad una proposta “rappresentativa”, un listato di comandi che deve essere eseguito se si desidera comprendere l’esperienza suggerita.

Quando per esempio si segue con devozione una certa tradizione spirituale viene spesso chiesto all’adepto di visualizzare la catena dei guru fino al capostipite perché gli impartiscano l’insegnamento, magari durante il sogno, e lo proteggano nel suo cammino.

Talvolta capita che queste idee, o descrizioni, cominciano a proliferare in modo “selvaggio”, è per esempio il caso delle leggende metropolitane. In certi ambienti esoterici per esempio, la leggenda vuole che il romanzo Necronomicon di Howard P. Lovecraft si riferisca a divinità arcaiche realmente esistenti, divinità che il mago sarebbe in grado di evocare. Secondo Crowley invece gli spiriti e le entità con cui il mago viene in contatto sono manifestazioni di livelli (individuale o collettivo) dell’inconscio dell’uomo.

In modo simile in ipnosi si parla di monoideismo: quando una persona concentrandosi su un solo punto arriva ad annullare tutto il resto e si fa guidare da quel punto, da quell’immagine. In ipnosi si è dimostrato che tramite le ideoplasie, le forme pensiero, è possibile agire sul proprio corpo.

Effetti particolarmente evidenti di questo fenomeno sono presenti nelle sette, nei fondamentalismi, anche il monoideismo dell’atleta è l’elemento che gli consente di superare ostacoli per altri insormontabili. Il monoideismo plastico non è altro che un fenomeno molto potente di risposta ideodinamica presente per esempio nella gran parte dei cosiddetti “fenomeni paranormali” come il tavolino che si sposta, il pendolino che si muove, la scrittura automatica, la rotazione della bacchetta dei rabdomanti. Tutti questi fenomeni si verificano quando la mente è assorta in concentrazione, allora i muscoli obbediscono alla immagine mentale senza che l’operatore sviluppi un intenzione volitiva diretta. Recenti studi sui fenomeni di telepatia del cervello, condotti con la PET, Tomografia ad emissione di Positroni, hanno rilevato la presenza di un sincronismo funzionale in relazione ad uno stimolo ricevuto da uno dei due individui, mostrando l’attivazione, per tutta la durata dello stimolo, di stesse aree del cervello; questa rilevazione è stata fatta tra due individui, tra loro molto legati, in cui era presente una forte intesa, (partner, parenti, amici intimi)che erano stati divisi in due ambienti separati e schermati e che si trovavano ad una quindicina di metri di distanza. Questo esempio, pioniere nella ricerca sulla telepatia, mette in luce come possano esistere fenomeni, difficilmente rilevabili scientificamente, i cui effetti
spiegherebbero la capacità percettiva di certi individui con doti particolari di veggenza, la loro straordinaria capacità deriverebbe dalla possibilità di sincronizzarsi sull’attività cerebrale dell’altra persona, descrivendone gli effetti, vissuti in diretta, nella propria esperienza mentale.

L’ipnosi non è altro che una trance, uno stato di forte attenzione responsiva, in cui ci si sincronizza con l’altro su di una stessa lunghezza d’onda, creando uno stato di coscienza alternativo condiviso, nella cui posizione si attiva un potenziale mentale e si verificano fenomeni di ideoplasia, un’attivazione mentale che genera effetti e sviluppa risposte in base agli obiettivi declinati.

La chiave per il tuo successo
è già dentro di te

Ipnosi, lavaggio del cervello e destrutturazione dei piani d’azione

George Miller, Eugene Galanter, Karl Pribram, nell’opera Piani e struttura del comportamento, un opera orientata allo sviluppo degli studi sul comportamento nella psicologia dell’individuo, descrivono l’attività pianificatrice dell’uomo secondo degli schemi d’azione che possono essere scomposti e analizzati a più livelli come il linguaggio:

“Questo tipo di organizzazione del comportamento è senza dubbio più evidente nel comportamento verbale umano. I fonemi individuali sono organizzati in morfemi, i morfemi vengono uniti per formare i sintagmi (phrases), questi in sequenza appropriata formano una frase (sentence), e una stringa di frasi forma l’enunciato (utterance). La completa descrizione dell’enunciato implica tutti questi livelli.”

(George A. Miller, Eugene Galanter, Karl H. Pribram, Piani e struttura del comportamento Franco Angeli Editore, 1973 Milano, p. 29)

In quest’ottica l’uomo crea una “organizzazione gerarchica del comportamento”, un Piano è l’equivalente di un programma di un calcolatore capace di determinare una particolare strategia d’azione: “Un Piano è ogni processo gerarchico nell’organismo che pu controllare l’ordine in cui deve essere eseguita una serie di operazioni.” (Id., Ibid., p. 32)

L’uomo non potrebbe neanche alzarsi dal letto senza piani cioè senza una serie di schemi comportamentali. I Piani sono inerenti alla conoscenza normativa (regole) e pragmatica (esperienziale) della vita, permettono di orientarci nel mondo attraverso una serie di routines che si sono cristallizzate grazie alla ripetizione. Una volta “cablati” questi schemi di comportamento possono essere riprodotti senza lo sforzo cognitivo originario.

Con l’ipnosi ci si trova in una condizione analoga, il problema da risolvere è come fare in modo che una persona smetta di portare avanti i propri Piani e accetti di eseguire un Piano suggerito dall’ipnotista.

Secondo Miller, Galanter e Pribram, con l’ipnosi si ha qualcosa di simile al sonno profondo: il soggetto elimina il proprio linguaggio interno col quale elabora normalmente i suoi Piani d’azione e a questo subentra la voce ed il Piano dell’ipnotizzatore.

Gli autori per avvalorare la loro tesi riportano le descrizioni di Weitzenhoffer circa l’incapacità o la difficoltà a parlare dei soggetti in trance profonda (p. 130).

Per far smettere a una persona di elaborare Piani occorre impegnarla su argomenti particolarmente noiosi, insignificanti o ripetitivi come la concentrazione continuata su un punto luminoso, oppure si possono dare una serie di istruzioni particolarmente difficili e in contraddizione fra loro per indurre uno stato di confusione. Sovraccaricando il sistema cognitivo, l’ipnotista riesce a interrompere la capacità del soggetto di pianificare adeguatamente e quindi pu suggerire una serie di istruzioni che vengono accettate come rimedio allo stato confusionale (p. 125). È curioso il fatto che il Piano sostitutivo deve essere presentato al soggetto come se fosse suo, come se stesse nascendo autonomamente al suo interno; in altre parole non deve essere percepito come una imposizione inculcata dall’operatore, ma come un programma che potrebbe essere stato costruito dall’individuo stesso (p. 125).

Queste pratiche vengono utilizzate anche nel cosiddetto “lavaggio del cervello”:

“Il primo passo dovrebbe presumibilmente essere quello di far smettere alla persona di far Piani da solo. Ci si pu realizzare frustrando deliberatamente ogni Piano fatto autonomamente che tenti di eseguire, anche quelli rivolti alle sue funzioni corporee più personali. L’obiettivo è fargli credere che possono essere eseguiti solo i Piani che originano da chi ti tiene prigioniero. Gli si pu assegnare il compito di confessare, ma senza dargli la più vaga idea di ci che deve confessare. Qualunque cosa confessi sarà errata o insufficiente.” (p. 132)

Anatomia di una struttura totalitaria

Lifton nel suo studio (Lifton R. J., Thought reform and the psychology of totalism, Norton Library, New York, 1963, pp.420-434) ha individuato otto caratteristiche che sono riscontrabili all’interno di un sistema totalitario:

  1. Controllo dell’ambiente, lo stato totalitario risulta onnipresente richiamando continuamente l’attenzione su di sé.

    È essenziale il controllo del comportamento. L’ideologia totalitaria deve permeare ogni realtà, il suddito non può essere mai lasciato solo, egli deve trovare continuamente modo di imbattersi nel potere e nella dottrina onnisciente del Governo.

    I flussi comunicativi provenienti dall’esterno vengono regolarmente censurati e alterati e al contempo viene lasciato ampio spazio alla propaganda di regime.

    Le comunicazioni tra individui vanno regolate; lo scopo finale è giungere al controllo dei sentimenti delle convinzioni e in genere della vita interiore del suddito di modo che le contro argomentazioni vengano sedate sul nascere.

    Per quanto riguarda i prigionieri nelle carceri cinesi il controllo dell’ambiente e del carcerato è evidente e totale. Tramite confessioni e autocritiche in gruppo si richiede la fusione con l’ambiente circostante. Il carcerato sotto continue pressioni non riesce più mantenere quel distacco che gli consentirebbe di passare relativamente “indenne”.

    Attraverso il sistema di punizioni e premi impara anche a rispondere correttamente alle aspettative degli aguzzini, d’altronde non ha altra via di uscita se non adattarsi all’ambiente ostile. Sviluppa dunque un’attenzione responsiva ed impara a cogliere ogni segnale verbale e non verbale per andare incontro alle richieste degli aguzzini e anticipare le pressioni dell’ambiente. In altre parole impara a seguire la corrente piuttosto che contrapporsi ad essa. Quando sarà pronto potrà partecipare attivamente nella conversione e manipolazione dei novellini, e questa azione insieme alle false autoaccuse estorte è una mossa fondamentale nel processo di rieducazione e indottrinamento.

In particolare sono quattro i livelli attivati in un sistema educativo:

A. Caricamento
Un programma viene proposto come base
Il programma si presenta come un piano completo di comportamento

B. Feed-back positivo
Sono premiati tutti gli atteggiamenti in linea con il programma
Vengono dati riconoscimenti diretti ed indiretti a chi si allinea col piano programmato

C. Feed-back negativo
Sono puniti direttamente o indirettamente atteggiamenti non in linea coi piani proposti

D. Censura dei piani alternativi
Ogni iniziativa personale creativa viene disincentivata


  1. Richiesta di purezza, il ben ed il male sono coniugati perfettamente con le intenzioni del regime.
    Nel movimento totalitario sono presenti grosse pressioni sul piano morale. Il mondo viene diviso in assolutamente buoni e assolutamente cattivi. Ma la perfezione assoluta così come immaginata e richiesta dallo Stato è in realtà impossibile. Se il futuro radioso tarda ad arrivare occorre rafforzare il controllo ed eliminare il marcio. Qualunque cosa fatta in nome della purezza è alla fine morale.

  2. Manipolazione mistica, un alone di mistero circonda il potere, una precisa gerarchia aiuta a mantenere l’ordine stabilito. 
    Un’aurea mistica circonda il Partito il quale è detentore di una verità assoluta, il quale in virtù del suo potere e prospettando scopi irraggiungibili mantiene un senso di colpa esistenziale nel suddito e una vulnerabilità che può essere manipolata agevolmente. L’onniscienza dei vertici organizzativi e del leader non è meno evidente quando in virtù della loro benevolenza desiderano perdonare il peccatore redento, un modello perpetuato anche dai totalitarismi religiosi.“L’individuo dunque finisce per applicare la stessa polarizzazione totalitaria fra bene e male anche ai suoi giudizi e al suo carattere: tende a impregnare certi aspetti di se stesso di eccessiva virtù, e a condannare ancor più eccessivamente altre caratteristiche personali […] Deve guardare alle sue impurità come se originassero da influenze esterne […] In tal modo, la tendenza psicologica universale verso la “proiezione” è alimentata e istituzionalizzata…” (p. 425)

  3. Culto della confessione, lo stato totalitario deve conoscere tutto, deve poter disporre di tutte le “confidenze”, delle voci, dei detti e dei non detti. L’identità personale lascia il posto a quella collettiva.
    In stretta relazione con la domanda di purezza troviamo il culto della confessione che presume una resa del proprio io e una fusione con l’ambiente circostante. Non c’è nulla che possa restare nascosto al Governo, anche i pensieri e le emozioni più riposte. Nell’istituzione totalitaria la confessione, piuttosto che funzionare come sollievo viene usata come mezzo per manipolare il “peccatore”.

  4. L’ideologia del partito è elevata a scienza sacra, è la scienza del partito, il sistema di conoscenza approvato, il piano di attività promosso e permesso.
    La dottrina del Partito acquisisce la sembianza di una scienza sacra. Le opinione contrarie non solo sono criminali ma sono anche pazzesche perché non scientifiche.

  5. Linguaggio ideologicamente connotato, costruisce nel quotidiano la psicologia del partito, slogan ed attribuzioni significato guidano le letture dei fatti mantenendo l’identità delle persone allineate alla struttura cognitiva dello stato.
    Il linguaggio totalitario è basato su un gergo riduttivo, zeppo di luoghi comuni e frasi fatte ripetute fino alla noia.

  6. Dottrina sopra la persona, il meme, la particella logica dell’idea, è sopra all’individuo.
    L’ortodossia chiede che l’individuo si adatti alla dottrina. In effetti la divisione manichea della realtà presume un solo e unico modo di pensiero e comportamento in accordo con un grande piano di salvezza che considera intrinsecamente cattivi tutti gli altri modi di essere. Mentre la propaganda altera l’interpretazione dei fatti presenti e passati il linguaggio interiorizzato serve per la costruzione di un certo modello del mondo che unitamente alla manipolazione della coscienza e della memoria (false confessioni, autocritica) dei prigionieri di guerra è efficace per la costruzione del nuovo sé.

  7. La dispensa dell’esistenza, il credo condiviso è l’unica realtà accettata, non sono previsti altri pensieri che possano lasciare spazio all’iniziativa individuale.
    La dottrina del partito introduce l’ultima caratteristica del sistema totalitario: solo coloro che si accordano col modo giusto e naturale di vedere la vita possono avere diritto all’esistenza e essere riconosciuti come persone.

Il carattere illusorio della conoscenza, la realtà come trance condivisa

Nell’essere umano le vie di entrata del cervello, (apparato sensibile), rappresentano solo il 2% del complesso, il 98% concerne il funzionamento interno, si è costituito dunque nell’uomo un mondo psichico relativamente indipendente, nel quale fermentano bisogni, sogni, desideri, idee, immagini, fantasmi, e questo mondo impregna di sé la nostra visione del mondo esterno. Inoltre la mente è in grado di mentire a se stessa (self-deception), egocentrismo, autogiustificazione, proiezione sugli altri sono tutti meccanismi che alimentano l’illusione.

La memoria dal canto suo contribuisce ancora all’autoinganno, la mente tende a deformare i ricordi attraverso proiezioni e confusioni inconsce, i ricordi possono poi essere fonte di convinzioni reali quando sono costruiti, al contempo possono scomparire senza lasciar traccia.

Le illusioni sono facilmente tracciabili attraverso l’esperienza dell’ipnosi, la struttura delle idee può favorire il perpetuarsi delle illusioni. Nell’ipnosi, attraverso l’esperienza della trance si accettano, si abbassa la barriera della critica, viene favorita l’esperienza dell’ascolto, dunque la trance permette una maggiore attenzione all’esperienza esterna rispetto all’esperienza interna, solitamente dominante.

Di solito la mente accelera il processo percettivo attraverso l’anticipazione dei fatti, nella memoria si depositano esperienze, ricordi, considerazioni nonché conclusioni che vengono utilizzate continuamente, la trance condivisa struttura un processo organizzativo anticipatorio, nella stessa misura in cui abbiamo bisogno di percepire attraverso le nostre anticipazioni e conoscenze pregresse.

Lo stesso effetto lo viviamo durante la condivisione del mondo “reale”, l’idea di realtà percepita dall’esterno, l’intreccio in questo caso è tra un mondo sequenziale logico/razionale, il metodo condiviso, e la traccia personale che il mondo interiore lascia in ogni individuo. Ci che permette di distinguere tra veglia e sogno, tra immaginario e reale, tra soggettivo ed oggettivo è l’attività razionale della mente, che fa appello al controllo dell’ambiente, al controllo della verifica, al controllo del sapere comune, al controllo del confronto con gli altri, al controllo corticale attraverso la memoria, le operazioni logiche, la razionalità accomoda fantasia e creatività, la razionalità è utile fino a che non si trasforma in razionalizzazione, a questo punto la logica delle idee, l’ideologia, sovrasta e declina l’esperienza stessa, il mondo che ne deriva è in questo caso una logica necessità.

Guardando l’oggetto con cui sto costruendo questo articolo mi rendo conto dell’effetto che ha su di me, nella mia mente non c’è bisogno di quest’oggetto, ma la sua presenza mi fa sentire e percepire la realtà, senza l’oggetto potrei avere la stessa idea naturalmente, ma attraverso l’oggetto io mi permetto di avvicendarmi nell’illusorio mondo percettivo trasformandolo nell’esperienza che mi causa il mondo condiviso.

L’esperienza cognitiva logico/razionale è un esperienza sequenziale in cui si susseguono gli eventi e si orientano attraverso tracce differenti, contemporaneamente gli anticipi all’esperienza guidano le conseguenze, l’esperienza cognitiva inconscia pu viaggiare in parallelo con altre esperienze cognitive ed intessere una complessità di legami creativi altrimenti “evitati” dal dominio cognitivo logico/razionale. Durante la trance ipnotica la persona percepisce parallelamente eventi cognitivi differenti e li interseca in modo creativo tra loro rendendoli contemporaneamente “veri” attraverso un accreditamento interiore legato all’impossibilità di distinguere tra realtà e allucinazione della mente.

Conclusioni

La lettura delle esperienze fin qui riportata permette di utilizzare l’ipnosi come una chiave di lettura degli eventi umani, in particolare sottolinea quanto gli stati mentali siano alla base di ogni atto di coscienza da parte dell’uomo, e come dal loro studio ci sia permesso accedere al profondo dominio di esperienza fino a ieri considerate inspiegabili.

Molto importante risulta l’imprinting che riceviamo nell’infanzia, l’ipnosi si “impara” da bambini, l’impostazione funzionale che si riceve, pur nella sua complessità, l’imprinting culturale, all’origine delle credenze e delle idee, esercita da sempre un controllo sull’uomo.

Da quando l’homo sapiens ha sviluppato deliri, massacri, crudeltà, adorazioni, estasi, sublimità sconosciuti al mondo animale noi viviamo in un mondo di miti, segni e simboli.

La società addomestica gli individui che creano la società, miti ed ideologie fagocitano i fatti, siamo in un mondo grazie ad un metodo, dipendiamo dal metodo attraverso il quale ordiniamo il mondo ed il mondo dipende da noi che l’abbiamo creato e lo manteniamo.

“El camino se hace al andar” Antonio Machado (“La via si fa con l’andare”, in questa citazione si sintetizza il mio lavoro sull’ipnosi, l’interesse con cui continuo a declinare esperienze differenti con l’esperienza dell’ipnosi, una continua ricerca della struttura che connette le esperienze del vivere, questo il testimone che lasciamo a tutti coloro che desiderano seguire le nostre esperienze formative.

“L’uomo può realizzare delle cose stupefacenti se queste hanno un senso per lui.” Carl Gustav Jung Dal momento che per i costruttivisti ogni comunicazione, ogni apprendimento e comprensione è in ogni caso costruzione e interpretazione del soggetto che vive l’esperienza, qualunque siano le mie fonti, qualunque scuola abbia potuto frequentare e da qualunque maestro possa essere stato formato, io, solo io porto la responsabilità di ci che si dice in questo mio scritto. Il senso che diamo alle cose ed alla nostra vita è avvitato alla nostra identità che non è altro che il tentativo di mantenerci coerenti nella nostra unicità. Credo che noi possediamo un idea di noi stessi stabile, ma la stabilità è solo la percezione che noi abbiamo di noi stessi, nei fatti credo che la nostra identità sia un continuo rimodellamento, su base culturale, della nostra unicità.

Heinz von Foerster si considerava più un sistemico che uno scienziato e infatti traccia una distinzione tra la teoria sistemica e la teoria della scienza in generale. Il termine “scienza” viene dal latino “scientia” che contiene la radice indo-europea “skei”: questa radice si riferisce ad attività come “separare”, “distinguere”, “prendere da parte”. Tra le parole derivate dalla radice “skei” troviamo termini come “scisma” o “schizofrenia e, come amava far notare Heinz, anche il termine “schifo” (in inglese shit), qualcosa da cui ci si vuol separare, la parola “scienza” deriva da questa radice perché si riferisce al tracciare distinzioni tra le cose. La prima legge della forma di Spencer Brown dice che per avere conoscenza è necessario produrre una distinzione, “Fate una distinzione.”, mentre la seconda legge della forma dice che per poter aver conoscenza si deve ricordare quali distinzioni si son fatte, “Ricordate quali distinzioni sono state fatte.” La visione di von Foerster di come dovrebbe essere la scienza è tale da imporre l’utilizzo di un altro termine, “sistemica” che si preoccupa di tracciare uguaglianze e di vedere le cose nel loro insieme. Il concetto di sistemica permette di considerare la logica inclusiva “e e” a discredito della logica esclusiva “o o”, includere è vedere il sistema di riferimento nel suo insieme, solo così si può avere una visione d’insieme ecologica, dove viene rispettata la logica del sistema. Molte volte capita di seguire la storia di una persona e limitandoci a vedere il dettaglio si entra in una logica esclusiva, in quel momento si perde di vista il senso complesso della via, cercando forzatamente soluzioni parziali e riduttive che, oltre a non dar soluzione al problema, ingannano e complicano la ricerca di nuove soluzioni.

Ai concetti di “separare”, “distinguere”, “prendere da parte” Heinz von Foerster propose di sostituire i termini complementari di “mettere insieme”, “unificare”, “identificare”. Questi termini di “unificazione” hanno una comune radice greca, “hen”, da cui “un”, “sin”, “sim”, che ci riporta al significato di “uno”. Da qui nasce la parola “sistema”. Nella visione costruttivista la Logica è cambiata un sistema è qualcosa che noi mettiamo insieme, noi costruiamo il sistema perchè lo vediamo e lo distinguiamo dal resto, Heinz von Foerster propone di utilizzare il termine “sistemico” come una struttura di pensiero complementare al pensiero scientifico che, attraverso il mettere insieme permette di condividere una realtà che altrimenti è solo supposta tale, rimanendo parziale e limitata. L’«autos» sta ad indicare l’autonomia del sé. L’individuo computa le informazioni del suo ambiente per proteggersi dai pericoli e per trarne vantaggio ai fini della sua sopravvivenza, al fine di migliorare la propria viabilità. Ma la sua autonomia non può essere mai totale, l’aumento dell’indipendenza personale da un lato corrisponde a un aumento della dipendenza dall’altro. La soluzione non è scegliere o l’indipendenza o la dipendenza, bensì è una soluzione considerare e l’indipendenza e la dipendenza, dove in momenti differenti si è e l’una e l’altra cosa. “Più l’essere diventa autonomo, più è complesso, e più questa complessità dipende dalle complessità eco-organizzatrici che la alimentano” Edgar Morin. Così se gli animali sono dotati di locomozione, ne pagano il prezzo con una maggiore necessità di nutrirsi. Ma quale prezzo paga la complessità auto organizzatrice dell’uomo? Ambiguità, incoerenze e paradossi sono i limiti della complessità umana, perdiamo semplicemente la struttura “tripartita” o “triunica” del nostro cervello, la complessità è chiara nel momento che in noi sussistono tre differenti parti con funzioni e compiti differenti. Il cervello “rettile”, antica struttura presente in ogni animale dai rettili più antichi fino all’uomo, scopo principale la sopravvivenza dell’individuo. Il cervello “mammifero”, struttura cerebrale posseduta da tutti i mammiferi, compreso l’uomo, scopo principale favorire il mantenimento e la crescita della specie. Il cervello “neuro corticale”, la parte evoluta del cervello umano, scopo principale l’anticipazione e la predittività degli eventi attraverso il calcolo, la logica induttiva e deduttiva e l’intuizione cognitiva. Secondo Feuerbach, filosofo tedesco vissuto dal 1804 al 1872, quando un soggetto entra in un rapporto essenziale e necessario con un oggetto, questo significa che questo oggetto è la vera e propria essenza del soggetto. Con Dio il sentimento umano è in un rapporto necessario: Dio dunque non è altro che l’essenza oggettivata dell’uomo. La religione è l’oggettivazione dei bisogni e delle aspirazioni dell’uomo, la proiezione di essi in un ente, che viene considerato indipendente dall’uomo e nel quale tali aspirazioni si trovano pienamente realizzate. Nella religione è l’uomo a fare Dio a propria immagine e somiglianza, non viceversa, ‘ Non è Dio che crea l’uomo, ma l’uomo che crea l’idea di Dio ‘ afferma Feuerbach: quando a Dio si attribuiscono la conoscenza o l’amore infinito, in realtà si intende esprimere l’infinità delle possibilità conoscitive e dell’amore propri dell’uomo. In Dio e nei suoi attributi l’uomo pu quindi scorgere oggettivati i suoi bisogni e i suoi desideri e, dunque, conoscerli. Feuerbach conclude dicendo: “La religione è la prima, indiretta, coscienza che l’uomo ha di sé “. Considero molto interessante l’ordine di pensiero espresso da Feuerbach, la logica proiettivo identificativa dell’uomo è semplice e chiara, quanto strutturalmente alimentata dalla struttura stessa del nostro cervello, i neuroni specchio sono strutture semplici che alimentano l’apprendimento funzionale attraverso automatismi replicativi sulla base stessa dell’immedesimazione nell’altro. Immaginando l’animale guida l’individuo immagina se stesso portando dentro di se, in un processo immedesimativi ed identificativo, tutte le qualità utili percepite nell’animale stesso. Con il suo libro: “La verità è l’invenzione di un bugiardo”, von Foerster intende sottolineare i processi di cambiamento verso nuovi paradigmi della scienza. Infatti ci che era “verità scientifica” un tempo si è dimostrata suscettibile di modificazioni ed anche di false costruzioni. Costruzioni, è proprio questo il concetto chiave, un nuovo modo di vedere la realtà e quindi anche la conoscenza: “Ho sempre considerato la scienza come un’attività, il creare scienza” Heinz von Foerster. La scienza è una grande storia a cui crediamo. Una storia generosa nel cui ordine si intrecciano molti vantaggi, ma questi vantaggi portano con se anche i limiti della storia stessa che ci raccontiamo, cambiare logica è anche combinare questa storia. Von Foerster mette in discussione che cosa è reale, il concetto di verità, come padre del Costruttivismo, Heinz, asserisce che la realtà non è nient’altro che la costruzione condivisa del significato degli input ricevuti dall’ambiente che i nostri sensi ci trasmettono. I nostri sensi non raffigurano nessuna rappresentazione della realtà in quanto è nel sistema nervoso centrale che vengono calcolati gli stimoli percepiti come impulsi elettrici che, tramite il linguaggio, traduciamo in elementi di senso e quindi di significato. Il senso che diamo agli stimoli deve essere condiviso da altri da noi con i quali decidiamo cosa è vero e cosa è reale: “…un’ipotesi, che è giusta per A e per B, pu essere accettabile soltanto se vale anche per A e B insieme” Heinz von Foerster. La verità di von Foerster, quindi, è quella di non credere a chi asserisce di essere detentore di verità, e paradossalmente questa è la verità di Heinz von Foerster: “La verità è l’invenzione di un bugiardo”. Ma questo significherebbe che anche von Foerster è, come Parmenide, un bugiardo, ma se è bugiardo dice la verità e se dice la verità non è un bugiardo, e se non è un bugiardo la sua affermazione è vera, ma se è vera è, quindi, un bugiardo e così via. Ecco qui un altra “verità” importante di von Foerster, che oltre ad essere un paradosso, è un pensiero che si applica a se stesso, detto anche autologico. Noi siamo elaboratori di terz’ordine, questo vuol dire che siamo sensibili alle aspettative, queste infatti non si limitano a condizionare il mondo delle idee, le aspettative condizionano i sensi cambiando il sistema con cui raccogliamo gli elementi coi quali manteniamo la nostra identità in costante permanenza (mantenimento del sé) e coerenza interna, per questo siamo e rappresentiamo la complessità.

La complessità è un cambio di paradigmi come ci suggerisce Edgar Morin, sia dell’Ipnosi l’epistemologia della rappresentazione che quella della costruzione; dal punto di vista dell’evidenza oggettiva al punto di vista della pertinenza …… irreversibilità come tipicità dei sistemi dinamicamente complessi; dalla cibernetica dei sistemi osservati alla cibernetica dei sistemi osservanti; da un punto di vista della causalità lineare a quella circolare; dalla complessità interna alla complessità esterna ….. la complessità non è nella natura ma nel codice, nel sistema intero, non nel semplice sistema osservato, ma nella congiunzione del sistema osservato e quello osservante, in cui sono riposte le scelte, gli scopi, i fini dell’osservatore, per mandare in trance è necessario andare in trance, quest’esperienza rende bene l’idea della reciprocità nel fine e nello scopo; si deve passare da un punto di vista del controllo e della previsione ad un punto di vista del gioco, dell’interazione, come ci suggerisce Gregory Bateson, dove sono i vincoli degli eventi e le strategie dei giocatori, i confini, la figura e lo sfondo assieme a definire la realtà, l’ipnotista e l’ipnotizzatore che si scambino di stato mentale, dove in questa realtà costruiscono nuovi scenari, nuovi confini, li avvengono gli scambi, li avviene conoscenza. Credo che semplicemente la vita si combini dietro le quinte, noi possiamo assistere solo alla commedia dal lato spettatori, tutto ci che avviene al di la dello scenario di cui abbiamo consapevolezza noi non possiamo conoscerlo, li è l’inconscio a scegliere e decidere, lasciandoci godere dello spettacolo.

Tutta la terapia non è altro che un tentativo di produrre un cambiamento perturbando un sistema, credo nella saggezza di chi suggerisce la semplicità, qui di seguito il primo degli imperativi di von Foerster, un uomo che ha saputo come scienziato domare la complessità con una visione semplice delle cose, il suo imperativo etico dice: “Agisci in modo da aumentare le possibilità di scelta” “La mia opinione è: la morale è esplicita, l’etica dovrebbe rimanere implicita, dovrebbe essere in un certo senso intessuta nelle azioni del singolo.” Heinz von Foerster. La posizione etica considera la consapevolezza che la realtà è inventata e che tale invenzione avviene nella relazione, nel contesto, dentro una comune unità di persone. La nostra responsabilità, conseguente all’aver messo in luce una realtà, significa che la nostra considerazione, e di conseguenza le nostre azioni, non rimangono in uno spazio vuoto ma son circondate di conseguenze logiche, noi ci impegniamo a fornire ragioni a favore di ci che diciamo e facciamo, anzi siamo obbligati a mantenere tutto in un unica coerenza esplicativa e giustificativa di ogni fatto della nostra vita, solo così manteniamo la nostra identità. Il secondo imperativo, l’imperativo estetico, suggerito da von Foerster: “Se vuoi vedere, impara ad agire”. Questo imperativo estetico, oltre che richiamare alla responsabilità delle proprie scelte, mette in evidenza il fatto di dover agire se si vuole costruire possibilità, i sensi, l’estetica serve per orientarsi nel costruire la realtà, ma i sensi responsabili della costruzione della nostra realtà sono inaffidabili dal momento che son sensibili alle aspettative, alle profezie.

Credo possa servire tornare a considerare la scienza del controllo, la cibernetica, come base per comprendere la consapevolezza. “La cibernetica è la scienza della regolazione e della trasmissione di notizie negli esseri viventi e nelle macchine”. Norbert Wiener. “Cibernetica come scienza dell’informazione”. Stafford Beer.

“Cibernetica come gnosologia che si interessa della generazione del sapere attraverso la comunicazione”. Warren McCulloch. La cibernetica di prim’ordine, separa il soggetto dall’oggetto, vi è una realtà là fuori ed è caratterizzata da processi lineari, tutto è attribuito o attribuibile ad una logica di causa ed effetto. Ma Wittgenstein ci ricorda che la logica causa effetto è una grande superstizione, c’è dunque bisogno di una cibernetica, e dunque una conoscenza, di second’ordine, quella creata da von Foerster, è una conoscenza circolare, in questa conoscenza ci conosciamo ed entriamo a far parte di quel mondo che si osserva. Si passa, quindi, da una cibernetica dei sistemi osservati ad una cibernetica dei sistemi osservanti ci dimostra von Foerster. Da una cibernetica dove i sistemi tendono all’omeostasi, a mantenere il proprio profilo, ad una cibernetica dove i sistemi sono in continuo cambiamento, in divenire. Si passa da una logica dove l’interazione con il proprio ambiente è unidirezionale a quella dove l’interazione con l’ambiente e reciproca e riflessiva. Si passa da una logica dove l’organizzazione del soggetto che ascolta rimane separata dall’organizzazione dall’ascoltatore, ad una logica dove si parla di organizzazione dell’organizzazione, un’auto-organizzazione del sistema che si viene a creare tra cliente e Ipnotista, Counsellor. Solo a livello di secondo ordine si forma la possibilità dell’auto-riflessione, un luogo oltre i confini del semplice, e dell’ovvio. Fondamentale che l’osservatore/ascoltatore diventi responsabile della propria osservazione/ascolto.

La cibernetica di secondo ordine è quella delle macchine non banali, quella dei sistemi viventi, del linguaggio, dei paradossi, della logica circolare, mentre la cibernetica di primo ordine è quella delle macchine banali, dei sistemi non viventi, della logica matematica, della logica lineare. La diversità tra “macchine banali” e “macchine non banali” la si pu riassumere in questo schema: Macchine Banali Determinate sinteticamente (logica, matematica, complicazione) Indipendenti dalla storia (il tempo gli è indifferente) Determinabili analiticamente (obbediscono alla logica) Prevedibili (subiscono la causa e l’effetto) Macchine non Banali Indeterminate sinteticamente ( sono sistemi complessi) Dipendenti dalla storia (cambiano, crescono, evolvono) Indeterminabili analiticamente (la logica non le racchiude) Imprevedibili (inaspettate, incomprensibili, incognite, impossibili) “Nel momento in cui si dice “è”, si ferma tutto, si diventa onnipotenti, perché “è” è la verità. In questa epoca moderna, si sa qual è la verità, la verità sta nell’essere”. von Foerster.

Essendo l’uomo una macchina non banale, è sempre in questione, quindi sempre in divenire. In continuo cambiamento così come lo è l’ambiente che lo circonda, con il quale interagisce. E quando un sistema smette di evolvere, si blocca, fino al punto che il sistema muore. Quando si lavora con il sistema famiglia lo si riconosce il problema, i sistemi umani stanno male quando sono bloccati, un sistema bloccato muore. La mancanza di libertà, la non possibilità di scelte, e la mancanza d’azione, impasse, generano la fine, la morte della vita. Il presupposto del costruttivismo è che tutto ci che percepiamo non è altro che grandi quantità di impulsi elettrici i quali vengono computati nel cervello umano, “il mondo non racchiude nessuna informazione …. Il sistema nervoso trasforma i segnali neuronali in altri segnali neuronali ….. Computare significa considerare le cose insieme” von Foerster, fu così che si decise di chiamare queste macchine artificiali “computer”, macchine che mettono insieme gli impulsi che arrivano all’interno dei loro circuiti. “La percezione non è niente che noi dovremmo prendere come garanzia. E’ basata sull’interazione tra la distinzione e la connessione che dobbiamo sistemare tutte le volte. L’intero processo è altamente influenzato dalle aspettative.” von Foerster.

“Tuttavia la conoscenza come esperienza è qualcosa di personale e di privato che non può essere trasferito, e ci che si crede sia trasferibile, cioè la conoscenza oggettiva, deve sempre essere creata dall’ascoltatore: l’ascoltatore capisce, e la conoscenza oggettiva sembra trasferita solo se egli è preparato a capire. Così la cognizione come funzione biologica è tale che la risposta alla domanda ‘Che cos’è la cognizione?’ deve sorgere dal capire la conoscenza ed il conoscitore attraverso la capacità di conoscere di quest’ultimo.” Humberto Maturana, in Biologia della conoscenza. Purtroppo i concetti autoreferenziali sono complessi, non possono essere ridotti, credo si debba accettare la complessità ed il limite della conoscenza e del linguaggio, il limite è che non possiamo prescindere da ci che siamo e che crediamo di essere per dire chi siamo e come viviamo, così succede che viviamo delle storie che ci raccontiamo e di cui ci fidiamo, così moriamo delle storie che ci raccontiamo ed in cui crediamo. Per questo amo ascoltare le storie delle persone, la loro vita, i loro bisogni, i loro desideri, nei quali mi ci ritrovo spesso, mi piace pensare che la realtà equivale alla condivisione, si pensa nell’idea di realtà e si vive nel senso comune proprio così…

L’ipnosi è uno stato di coscienza caratterizzato da uno stato mentale, che si colloca tra la veglia e il sonno, denominato trance o stato di ipnosi, che permette di influire sulle condizioni psichiche, somatiche e viscerali di una persona per mezzo di una relazione tra questa (cliente) e un’altra persona (ipnotista) o che lui stesso può crearsi attraverso l’autoipnosi.

Lo stato mentale è un equilibrio tra pensieri e sensazione, ogni stato mentale ha una sua memoria,
la memoria è stato mentale dipendente, il mondo degli stati mentali è un mondo che ha bisogno di un METODO (viaggio, percorso) per poter esser avvicinato, Edgar Morin è in grado di orientarci attraverso il METODO.

In tale stato mentale si ha una riduzione delle capacità critiche, un aumento della convinzione, persuasione e suggestionabilità e una limitazione del campo di consapevolezza alle sole richieste suggerite dall’ipnotizzatore.

La persona regredisce a livelli infantili di funzionamento mentale e di comportamento, caratterizzato da fenomeni di ideoplasia e monoideismo, ossia di trasformazione in realtà soggettiva e oggettiva di quanto viene intensamente immaginato, trasformando l’idea in azione, movimento, rimanendo concentrati su una solo idea alla volta.

L’ipnosi arriva dall’antichità attraverso le pratiche magico religiose che da sempre hanno accompagnato l’uomo nella sua storia, prima fase della storia dell’ipnosi, ma è stata introdotta in Europa da Mesmer nel 1779 con una prima opera creata per spiegare meglio le operazioni da eseguire durante le cure mediche, scrivendo il saggio: Mémoire sur la découverte du magnétisme animal (Memoria sulla scoperta del magnetismo animale, 1779).

Mesmer ipotizzava di possedere un fluido magnetico e di poterlo far passare da se al proprio paziente, con lui Braid, altro medico del tempo, che propose un’interpretazione neurologica con il metodo dell’induzione verbale.

In verità erano vicinanza e contatto fisico col paziente le ragioni dell’attivazione neuro fisiologica notata nei loro pazienti dai medici.

In seguito, allo studio specifico dell’ipnosi, si dedicò dapprima Charcot, che ne distinse gli stadi (letargo, catalessi e sonnambulismo), annotando le modificazioni organiche relative al tono muscolare e ai movimenti riflessi, e in seguito anche Freud che utilizz l’ipnosi, nella terapia dell’isteria, seguendo il metodo catartico, consistente nel far defluire o abreagire la carica emotiva, impedendo che questa potesse cercare vie anormali di sfogo attraverso la manifestazione di sintomi. Tale tecnica fu in seguito abbandonata a favore della psicoanalisi, in quanto egli pensava, erroneamente, che tale stato di semi-incoscienza dovesse essere profondo e dunque non consentisse al paziente di elaborare il proprio vissuto psichico, mentre bastava una media trance, facilmente ottenibile con ogni soggetto, per poter ottenere l’attivazione del potenziale mentale.

L’ipnosi da questa fase psicologica si è poi legata al percorso delle neuroscienze ed in particolare al lavoro di Pavlov che nel trattamento di pazienti traumatizzati, portandoli a regredire al momento del trauma, scoprì casualmente l’importanza delle emozioni nei processi di riequilibrio psichici, le emozioni permettono di cancellare ricordi e far spazio nella mente.

L’ultima fase della storia dell’ipnosi si è consumata con la nuova ipnosi e il lavoro di Milton Erickson che ne ha fissato le basi, avvicinando, con l’ipnosi naturalistica, l’idea particolare che l’ipnosi non esiste perchè tutto quanto è ipnosi.

L’evoluzione dell’ipnosi dal mio punto di vista è poi continuata appoggiandosi alle neuroscienze, e per quel che riguarda il lavoro portato avanti nella nostra scuola, l’idea di coniugare l’ipnosi col costruttivismo, precursore filosofico del lavoro delle neuroscienze, tenendo a sottolineare il lavoro del cervello come emulazione della realtà, l’attività mentale, immanente e non trascendente all’ambiente in cui si trova, è alla base di tutti i processi costruttivi del pensiero, compreso il processo di identificazione nell’identità personale.

Esistono due forme legate al trattamento dell’ipnosi: l’ipnoterapia ( psicoterapia sotto ipnosi attraverso esperienze meditative e contemplative, gioco di ruolo, drammatizzazioni), e l’ipnoanalisi (percorso di analisi psicologica attraverso associazioni libere, parole chiave, analisi dei sogni, esperienze regressive e progressive).

L’ipnosi è attualmente una tecnica che viene utilizzata come strumento di ricerca sulle modalità psico-fisio-biologiche con cui si attua l’interazione mente-corpo, in particolare coniugando l’ipnosi e l’effetto placebo creando così un nuovo termine di riferimento “ipnobo”; ed inoltre come mezzo di intervento psicoterapico in quanto metodologia che si avvale dell’attivazione del potenziale mentale della persona, a favore dell’organizzazione del suo mondo interno (strutturando e riequilibrando il mondo inconscio del soggetto).

La base neurologica ed organica dell’ipnosi sembra risiedere a livello del sistema nervoso centrale in strutture differenziate, (parti differenti del cervello collegate fra loro da specifiche connessioni creative), nuove connessioni sinaptiche e neurormonali a formare gruppi neuronali funzionali
differenti, integrati attraverso un sistema d’apprendimento facilitato dallo stato d’ipnosi e dall’abbassamento della critica.

Sono sicuramente coinvolti nel processo ipnotico la corteccia cerebrale, il sistema fronto-limbico ipotalamico, la sostanza reticolare ascendente di attivazione e i suoi nuclei specializzati pontini (in specie, il locus coeruleus).

L’ipnosi è mediata da contenuti comunicativi che sono le convinzioni, a seguire le persuasioni, fino alle suggestioni, le quali possono essere proposte dall’ipnotista o autoindotte dal soggetto.

La suggestione pu essere espressa verbalmente e/o non verbalmente ed essere diretta, cioè riconosciuta dal soggetto come rivolta alla sua parte cosciente, o indiretta, come nel metodo ipnotico Ericksoniano, cioè rivolta alla sua parte inconscia e da lui non compresa.

Il monoideismo ideoplastico (ideomotorio) trasforma dunque la parola da pensata in vissuta, avviando così il processo ipnotico.

La trance ipnotica viene indotta secondo vari procedimenti, il più comune dei quali consiste nell’invitare il paziente a fissare un punto dinanzi a se, poi chiedendo di chiudere gli occhi e successivamente suggerendogli uno stato di profonda stanchezza.

Gli aspetti dinamici che caratterizzano l’induzione ipnotica sono di tipo regressivo:

a) la riduzione delle afferenze sensoriali, limitando il campo di consapevolezza, dal momento che in assenza di stimolazioni sensoriali la persona tende ad allucinare, creare con la mente, per mantenere la sua corteccia sotto l’influsso di una stimolazione continua (focalizzazione);

b) la limitazione del movimento, per ridurre il contatto realistico con il mondo esterno, attraverso associazioni di rilassamento, perdita di consapevolezza, sonno (implicazioni);

c) la manipolazione dell’attenzione, che trasferisce l’attenzione del soggetto sulle proprie funzioni mentali interiori (dissociazione);

d) gli stimoli ripetitivi o impositivi che esaurendo l’attenzione disponibile, la mente è in grado al massimo di tener sotto controllo 7+o- 2 informazioni contemporaneamente, producono un impoverimento ideativo (intensificazione).

Il punto di arrivo dell’induzione è rappresentato dallo stato ipnotico, che si caratterizza per una modificazione della funzione dell’Io, in cui le idee vengono sostituite da immagini visive e acustiche, e da un transfert ipnotico con l’ipnotista, in cui l’attenzione diventa selettiva e il soggetto ascolta solo la voce e i comandi dell’ipnotizzatore, assumendo toni e ruoli inconsueti come la simulazione di comportamenti di età regresse o impersonando il comportamento di altre persone.

Lo stato ipnotico pu raggiungere diversi livelli di profondità, ciascuno dei quali presenta sintomi (segnali) differenti, torpore, fenomeni catalettici (blocchi) di breve durata, sonno leggero con catalessia, sonno profondo, contratture, analgesia suggestiva e discreta amnesia, obbedienza automatica con amnesia più profonda, allucinabilità positiva (il soggetto vede cose che non ci sono), sonnambulismo e amnesia completa spontanea, allucinabilità negativa (il soggetto non vede cose che ci sono) durante la trance e per l’attività favorita da messaggi post ipnotici.

Nell’uso dell’ipnosi le modalità di applicazione nell’ambito psicoterapico dell’ipnosi possono essere varie. In primo luogo, pu essere indicata come tecnica di rilassamento, in quanto alcune reazioni neurofisiologiche dello stato di trance ritraggono lo stato d’ansia allontanandola.

Altro impiego è nel comportamento, con interventi destrutturanti su comportamenti negativi, ristrutturando al loro posto comportamenti più adeguati.

Ancora pu essere utilizzata nell’ipnoanalisi, analizzando il materiale analitico emerso durante lo stato di trance ipnotica. In ambito clinico, l’ipnosi è utile nel trattamento di sindromi nevrotiche neurasteniche e nell’ipocondria. Pu essere inoltre utile nei disturbi somatoformi e nelle varie forme di conversione somatica (paralisi isteriche, afasie, manifestazioni pseudosincopali o pseudoepilettiche, disfagie, sindromi vertiginose, turbe dell’intestino) o psichica (nevrosi isteriche, amnesie, stati crepuscolari, arresti psicomotori); inoltre, è utile nelle forme psicogene delle sindromi postraumatiche da stress, nelle sindromi ganseriformi e nella pseudodemenza.

Altri ambiti d’impiego dell’ipnosi sono le nevrosi d’ansia e fobiche, il controllo delle abitudini, obesità, alcolismo, tossicomanie, fumo.

Particolare difficoltà nel trattamento ipnotico si ha nei pazienti psicotici ed in particolare con pazienti soggetti a scompensi di tipo dissociativo ( schizofrenici).

L’anestesia ipnotica è di grande aiuto, ad esempio, negli interventi di chirurgia plastica, dove, ad esempio, l’innesto di lembi cutanei deve essere seguito da settimane di immobilità. Nel corso degli interventi si ha un vantaggio per il paziente ipnotizzato, rispetto a quello narcotizzato, perchè pu facilitare il lavoro del chirurgo durante l’intervento.

Inoltre l’uso dell’ipnosi abbrevia il decorso post-operatorio, previene dolori e vomito e favorisce la cicatrizzazione. Molto utile risulta talvolta l’anestesia bilanciata, dove l’anestesia farmacologica è preceduta dall’ipnosi che ne moltiplica l’efficacia, in questi termini se ne fa uso anche in campo odontoiatrico e alle volte, per brevi interventi, in sostituzione all’anestetico stesso.

Sono stati molti, nel corso degli anni, gli interventi chirurgici praticati in stato sonnambolico (appendicectomia, erniectomia, tonsillectomia, interventi odontoiatrici, oculistici, ostetrici); al risveglio si è avuta un’amnesia completa per l’evento e un buon decorso post-operatorio.

Non sono ancora del tutto chiari i meccanismi neurofisiologici e psicologici alla base dell’analgesia ipnotica, si pensa che i procedimenti psicologici intellettivi ed emotivi abbiano la possibilità di influenzare l’equilibrio delle sinapsi dei centri nervosi dove convergono stimoli periferici sensitivi centripeti e centrali centrifughi; in tal senso, verrebbero modificate, in modo parzialmente conscio, la conduzione e la percezione del dolore mediante un’interazione continua tra eccitazione e inibizione.

Di da che con l’induzione ipnotica si ottiene un alterazione percettiva, ossia la soppressione delle componenti emotivo-affettive del dolore e la conseguente indifferenza del soggetto dovuta all’eliminazione a livello centrale dei circuiti limbo-ipotalamici coinvolti nei processi di integrazione cenestesica affettiva.

Nel controllo del dolore vi è anche un’interpretazione legata alla biochimica che prevede come il cervello in ipnosi, o durante particolari stati alternativi di coscienza, è in grado di sollecitare la produzione di endorfine, sostanze morfino-simili che neutralizzano lo stimolo doloroso.

Il lavoro e l’esperienza nel campo dell’ipnosi ci ha permesso di sviluppare nella nostra Scuola di Ipnosi Costruttivista un acronimo TIFIDIDIME che permette di fissare i punti da prendere in considerazione durante un induzione con l’Ipnosi Costruttivista, si possono generare stati di Trance Ipnotica con 4 induzioni e quattro metodologie ipnotiche differenti:

T terapeuta (trance)

I ipnotizzato (ipnosi)

F focalizzazione (spostamento nel tempo e nello spazio)

I intensificazione (aumento/diminuzione di una sensazione)

D dissociazione (orientamento al mondo interno inconscio)

I implicazione (associazione, causa effetto, se X allora Y)

D descrizioni usate da parte sia da parte dell’ipnotista come dell’ipnotizzato I induzioni standard o pre strutturate dall’ipnotista

M manipolazione consapevole del soggetto di riferimento anche attraverso il contatto fisico

E elicitazione, fare emergere un nuovo stato mentale desiderato

Così brevemente qui di seguito tutti i passaggi dello stato di trance ipnotica con un altro acronimo di riferimento SEMOLTAFEDE:

SE sincronismo emotivo nella relazione col paziente/cliente

MO monoidea di riferimento suggerita dall’ipnotista

L limitazione del campo percettivo di consapevolezza per il cliente

T trance ipnotica ottenuta con la metodologia della pratica ipnotica scelta

A attivazione del potenziale mentale creativo del cliente, come conseguenza della trance indotta

FE fenomenologia osservabile dall’esterno, segnali della trance in corso

DE detrance come graduale ritorno allo stato di veglia del cliente guidato dall’ipnotista

In questi due semplici acronimi tutta la nostra attenzione all’Ipnosi Costruttivista e lo sviluppo nel tempo di un approccio pragmatico con l’ipnosi, utilizzando tutto ci che si Ipnosi e Costruttivismo

Gregory Bateson

La vita umana è un continuo susseguirai di scelte e decisioni che ci orientano e condizionano continuamente, ma con quale metro procediamo nella vita, cosa ci guida nelle nostre scelte?

Heinz von Glasersfield, studioso della comunicazione uomo-animale, e della traduzione meccanica ha sviluppato il suo modello di costruttivismo radicale secondo il quale si deve rinunciare all’ontologia.

Ernest von Glasersfeld

Contesta l’idea che la conoscenza umana debba perseguire una rappresentazione vera ed oggettiva di un mondo già esistente “in sé” poiché per dimostrare una tale verità sarebbe necessario confrontare ogni conoscenza con quella parte della realtà che essa dovrebbe rappresentare, cosa non possibile poiché per fare questo confronto, si dovrebbe conoscere la realtà così com’era prima di passare attraverso le operazioni del soggetto osservatore, in altre parole si richiederebbe un confronto tra una cosa che si conosce ed un’altra che non è conoscibile.

Egli è convinto, e la nostra Scuola di Ipnosi Costruttivista con lui, che i concetti che adoperiamo per “maneggiare” il mondo della nostra esperienza, siano il risultato della nostra attività costruttiva, nel corso della quale applichiamo una selezione negativa (principio di viabilità), eliminando tutto quello che non serve o non funziona, in modo che ci che rimane alla fine risulti adatto, adoperabile o come egli preferisce dire “viabile”, cioè percorribile.

Le scelte nella vita dunque passerebbero dal setaccio dell’utilità e della fattibilità fino a dare spazio ad una scelta utile al soggetto e percorribile, di recente un film di Woody Allen dal titolo: “Basta che funzioni” in modo spiritoso ma arguto mette in evidenza l’utilità funzionale delle nostre scelte, continuamente alla ricerca di un principio di viabilità.

La vita è un processo cognitivo: vivere significa conoscere e conoscere significa vivere. È attraverso il processo cognitivo, che nasce dall’esperienza individuale, che ogni essere vivente genera il proprio mondo, noi tutti viviamo in un Dominio cognitivo e comunichiamo attraverso il nostro Dominio linguistico, noi siamo la storia che ci raccontiamo ci suggeriscono Humberto Maturana e Francisco Varela.

L’esperienza vissuta è il punto di partenza di ogni conoscenza e l’uomo compie le proprie esperienze attraverso il proprio corpo avente struttura determinata, l’esperienza è la causa ed il mondo ne è la conseguenza.

Soggetti diversi rispondono in maniera diversa ad uno stesso stimolo e la risposta sarà determinata dal modo in cui l’osservatore è strutturato, ogni conoscenza porta con se un insieme di presupposti che non possono lasciarci neutrali, la conoscenza obbliga.

È la struttura dell’osservatore che determina come esso si comporterà e non l’informazione ricevuta.

L’informazione in sé non ha esistenza o significato se non quello che le attribuisce il sistema con cui interagisce, perci l’informazione non pu avere un’esistenza oggettiva e poiché il principio di oggettività è intrinseco al significato convenzionale del termine informazione, si conclude che non esiste l’informazione.

In tal senso è arbitrario distinguere il soggetto dalla sua vita, ogni soggetto vive attraverso una continua relazione tra se e il resto, trovando via via la strada più ” viabile ” rispetto alle sue esigenze, non potendo prescindere dalla propria struttura interna, “da come siamo fatti”.

Nella terapia si assiste ad un fenomeno riorganizzativo, in particolare con l’uso dell’ipnosi il soggetto accetta di usare un approccio creativo al pensiero, le nuove esperienze conseguenti a questo approccio creativo rendono possibile una nuova relazione col mondo e la vita, cambiando sostanzialmente l’approccio cambia l’intero processo di adattamento.

Crediamo sostanzialmente che la vita venga affrontata attraverso il suo aspetto viabile, noi percepiamo, dunque riconosciamo ed utilizziamo contemporaneamente in ogni processo cognitivo.

Nel momento che la nostra mappa adattativa non ci permette di adattarci alla vita, abbiamo bisogno di un nuovo processo adattativo, un processo creativo, che ci permetta di farlo.

L’intelligenza è strettamente legata al processo creativo, l’intelligenza crea per noi una nuova realtà e la mantiene stabile, e questo vien fatto continuamente ma la nostra coscienza non controlla, o possiede, la struttura mentale, ne possiede soltanto l’usofrutto, noi non siamo i possessori del nostro cervello, noi viviamo unicamente del suo usufrutto.

Usare l’ipnosi vuol dire avanzare un processo creativo che modifica la relazione che abbiamo col mondo, vien da se che qualunque approccio nuovo, dunque creativo, va favorito in un processo di cambiamento fino a raggiungere un nuovo equilibrio.

Si perturba il sistema fino ad ottenere una nuova mappa viabile, percorribile, per il soggetto.

Qui l’essenza dell’approccio Ipnotico Costruttivista. conosce fino ad oggi di efficace nella pratica della trance ipnotica.

Competenze Relazionali

Heinz von Foerster

Ogni individuo possiede una propria competenza relazionale che gli permette, in base alle proprie esperienze di vita, di costruire relazioni significative con altre persone. Il tempo, le esperienze, le conoscenze apportano continue migliorie nel nostro personale metodo con cui costruiamo le nostre relazioni. il periodo della vita in cui maggiormente impostiamo la nostra modalità relazionale è il periodo adolescenziale durante il quale, attraverso il confronto e l’intelligenza ipotetico deduttiva, sviluppiamo le nostre competenze.

Ma non ci sono verità solo relazioni che si aprono al discorso dei principi etici ed estetici di Heinz von Foerster:

Principio etico: aumentare le possibilità di scelta

Principio estetico: se vuoi conoscere dei agire

Sia l’esperienza dell’ipnosi, sia ogni esperienza d’aiuto, professionale o occasionale che sia, si basa sullo sviluppo di una relazione significativa, apprendere questa competenza passa necessariamente attraverso lo stato mentale dell’apprendimento che equivale allo stato di trance o stato di ipnosi, in cui si abbassa la critica e si “regredisce” a quella fase della nostra vita in cui si è appreso e conosciuto, fase bambina per tutte le esperienze di intelligenza concreta, fare le cose “processo”, fase adolescente per le esperienze di intelligenza astratta, descrivere ed aver consapevolezza delle esperienze “forma”.

Tutta l’esperienza di relazione si sviluppa su questi due livelli, da un lato impariamo concretamente a comportarci, dall’altro lato ci rendiamo consapevoli di come ci comportiamo creando modi gentili, educati, forti, direttivi, dolci, amorevoli, imperiosi, despoti, lusinghieri, accettabili, sentiti, amabili, assertivi, opportuni, amichevoli, interessati, disinteressati, unici, pratici, diplomatici, falsi, autentici….. di relazionarci con gli altri.

L’ipnosi parte da queste competenze relazionali concrete, solo in parte conosciute, e si sviluppa, col procedere dell’esperienza formativa completa, fino a darci una competenza relazionale consapevole con cui interessarci agli altri.

L’Ipnosi Costruttivista oltre il fenomeno suggestivo: Metodo Autobiografico dal Sé profondo al Sé Core.

In considerazione del fatto che coloro che usano un linguaggio raggiungono un grado elevato di compatibilità linguistica con membri del proprio gruppo, spesso si trovano a credere che le parole da loro usate, si riferiscono veramente ad oggetti del mondo reale, e che, di conseguenza,il linguaggio possa fornire una descrizione delle cose che vada oltre la sfera dell’esperienza individuale. Il ragionamento implicito che conduce a questa illusione, e qualcosa del tipo: se in molti facciamo riferimento alle stesse cose, di conseguenza le cose devono essere considerate reali. Ma tutto ci trascura il modo in cui ogni utente del linguaggio costruisce significati, e che questi significati devono essere adattati all’uso che gli altri fanno delle parole , e, perci modificati nella pratica della segmentazione e commento dell’esperienza.

Ernst von Glasersfeld. Radical Constructivism: A way of learning & knowing.

 

Ci che rende unica ed irripetibile un esperienza ipnotica è l’intenzione, al di là di qualunque Tecnica o Metodo si usi è l’intenzione che ci orienta, ci rende efficaci, ci permette di portare tutto noi stessi nell’esperienza, durante un’induzione o una deduzione ipnotica sono momenti di occasionalità, ma quello che ci guida e per sempre la nostra intenzionalità.

Quello che andrò a dire rispetto all’ipnosi è il mio punto di vista, ho scelto fin dall’inizio di comprendere il fenomeno ipnotico su un modello di tipo scientifico, non perché altri modelli non siano altrettanto validi, ma perché la comunità scientifica è il gruppo persone più numeroso a condividere lo stesso ideale, e le stesse regole del gioco.

Ho iniziato la mia esperienza personale nel campo dell’ipnosi quasi per caso, mi è capitato durante una settimana formativa di fare una dimostrazione teorica su una ragazza, allieva del corso di formazione in cui io ero docente, conoscevo l’ipnosi ma ancora non l’avevo mai affrontato in modo diretto e rapido, in quell’occasione all’inizio della settimana mese questa ragazza in uno stato profondo di trans catalettica, ebbe un successo incredibile, si sparse la voce e mi trovai ad essere protagonista di un evento unico che sorprese probabilmente più me stesso che gli altri.

Insisto sulla intenzionale abilità che possediamo a lasciarsi guidare dal nostro desiderio e dalla nostra volontà nel raggiungere il traguardo, a livello inconscio tutta la nostra persona è orientata in questa direzione la cosa particolare è che si rimane e aggrediti, anche al di là della nostra coscienza, da questa profonda intenzione che portiamo in noi. Per questa ragione insisto col dire che l’intenzione che crea l’occasione che genera cambiamento in te come operatore, e nella persona con cui lavori.

I miei studi teorici, alla fine del percorso universitario, si sono basati su una tesi di laurea: “Sviluppi epistemologici della seconda cibernetica”, un’esperienza dove ho capito che a guidare l’ipnosi, ed i risultati che otteniamo, non è il singolo individuo ma la relazione, è attraverso la relazione con l’altro che noi orientiamo le nostre intenzioni e apportiamo i cambiamenti utili all’esperienza ipnotica.

Lascio alcuni punti che fungono da base nel considerare l’epistemologia ed ontologia dell’ipnosi costruttivista, sono principi teorici che guidano alla comprensione dell’esperienza ipnotico costruttivista. Intendo con epistemologia lo studio critico della natura e dei limiti della conoscenza scientifica, con particolare riferimento alle strutture logiche e alla metodologia delle scienze; negli ultimi decenni, per influsso del corrispondente termine inglese, il vocabolo viene sempre più usato per designare la teoria generale della conoscenza, quindi, gnoseologia. Intendo con ontologia la dottrina filosofica relativa ai caratteri universali dell’ente, corrispondente alla ‘prima filosofia’ del più maturo Aristotele, detta poi ‘metafisica’: è tradizionalmente considerata il fondamento di ogni sistema oggettivistico, e posso aggiungere che nella filosofia analitica, ontologia è la teoria che stabilisce i criteri di esistenza di determinate entità a partire da un linguaggio formale. Come dice Bateson accesso e forma sono le due componenti di un evento, il processo è il divenire di un’azione, la forma è la descrizione cosciente dell’azione avuta. Noi viviamo in un processo, la vita, denotato da una forma, la storia che ci raccontiamo, Autobiografia, in cui noi sappiamo di avere una vita, processo, e viviamo attraverso una storia, la narrazione del processo vissuto. Alle volte capita che l’Autobiografia, costruita attraverso memoria e linguaggio, la forma che diamo della nostra vita, guidi il processo stesso del vivere, come dice George Kelly: “noi siamo psicologicamente canalizzati dal modo in cui anticipiamo gli eventi” siamo I migliori i profeti di noi stessi.

Il costruttivismo di principio sostiene che la realtà non è una scoperta, bensì è una costruzione, il nostro cervello è un perfetto emulatore di realtà, una realtà in cui noi ci troviamo a vivere e che consideriamo vera. Mi è stato semplice dal costruttivismo passare all’ipnosi, è stato il lavoro di Albert Ellis che ha definito il primo passaggio sulle credenze e convinzioni che determinano parte dell’identità individuale, partendo dalla visione gerarchica dell’identità per Gregory Bateson, semplicemente possediamo l’identità del fare e dell’essere, l’identità del sale è costituita dalle azioni, dai comportamenti, dalle strategie. Nella gerarchia a guidare le nostre azioni, comportamenti e strategie, e l’identità dell’essere, convinzioni,credenze, valori, missione, questi ingredienti che motivano e guidano il nostro agire.

I costrutti personali definiti come correlati del pensiero di George Kelly nella sua opera: «L’uomo ricercatore», sono alla base del mio concetto di Ipnosi Costruttivista, si collegano al lavoro Albert Ellis che fond la terapia razionale emotiva (RET), che successivamente divenne terapia comportamentale razionale-emotiva (rational-emotive behavior therapy/REBT), perché lavora sull’interazione reciproca tra cognizioni, emozioni e comportamento.

Gli assunti principali della REBT si possono sintetizzare nei seguenti punti:

il modo in cui ci sentiamo (emotivamente) e il modo in cui ci comportiamo derivano da quello che pensiamo;

* un modo di pensare illogico, distorto, irrazionale genera problemi emotivi e comportamentali;

* i problemi emotivi e comportamentali possono essere superati sostituendo i pensieri irrazionali con pensieri razionali.

Albert Ellis, ha ideato uno schema che permette di individuare le idee irrazionali da cui deriva la sofferenza. Lo schema da lui proposto si chiama ABC ed è così suddiviso:

A (Adversities e Activating Experiences, avversità ed esperienze attivanti): tutto ci che interagisce (negativamente o meno) con il raggiungimento dei nostri obiettivi. Per esempio: essere lasciati dal partner, essere licenziati, farsi male ecc.

B (Beliefs, credenze o critical beliefs): le idee che le persone sviluppano rispetto alla situazione che si è verificata e possono essere:

Razionali: di solito soluzioni che si riassumono in preferenze e desideri che gli A non avvengano. Per esempio: “se ci tengo a questa relazione, occorre modificare alcuni comportamenti”; “sarebbe opportuno non essere licenziati e anche se avvenisse sono in grado di individuare delle soluzioni”, “dovrei curare maggiormente la mia salute”.

Irrazionali: sono pretese che gli A non debbano assolutamente accadere. Per esempio: “nessuno pu permettersi di lasciarmi, se il mio compagno/a lo facesse significa che è una brutta persona”, “non devo essere licenziato e, se accadesse, significa che sono una persona che non vale nulla”, “Mi piace fumare, quindi per me è intollerabile per me smettere di farlo”.

C (Consequences, conseguenze): sono le conseguenze dei B e possono essere:

Sane: si tratta di comportamenti e di emozioni che derivano da B razionali. Per esempio: “se la mia relazione è finita significa che non eravamo compatibili, quindi trovo qualcosa di diverso per me”; “mi spiace essere stato licenziato, mi adopero a cercare altro”, “dovrò curare meglio il mio stile di vita per migliorare la mia salute”.

Patologiche: sono comportamenti e sentimenti che derivano da B irrazionali. Per esempio: “sono stato lasciato, la deve pagare!”; “sono stato licenziato quindi sono una nullità”, “fumo e non posso farci nulla”.

Bateson nelle sue considerazioni sull’identità umana vi considera il concetto di mente in modo complesso, come somma di parti che compongono l’individuo, io le semplifico in tre parti Psico Bío Emotive, ogni persona possiede un corpo, un cervello biologico, un cervello emotivo, coscienza centrale Core, un cervello cognitivo, un Sé autobiografico. Bateson precisa sei criteri del concetto di mente:

(a) « Una mente è un aggregato di parti o componenti interagenti»;

(b) «L’interazione tra le parti della mente è attivata dalla differenza»;

(c)«Il processo mentale richiede una energia collaterale»;

(d) «Il processo mentale richiede catene di determinazione circolari (o più complesse)»

(e) «Nel processo mentale gli effetti della differenza devono essere considerati come trasformati (cioè versioni codificate) della differenza che li ha preceduti»;

(f) «La descrizione e classificazione di questi processi di trasformazione rivelano una gerarchia di tipi logici immanenti ai fenomeni».

Bateson afferma che qualunque sistema che soddisfi tutti i criteri di mente è intrinsecamente epistemologico. E’ in tal senso che Bateson sostiene che la Creatura, il mondo del vivente, costituisce una mente coerente e organizzata che elabora le informazioni, la totalità della Creatura (l’ecologia planetaria) e ciascuna delle sue componenti (organismo individuale, sistemi interattivi, ecosistemi, etc.) sono dotati di processi mentali. La Creatura, in tutte le sue manifestazioni, è mente. Perci Bateson insiste sul fatto che la caratteristica fondamentale dei sistemi viventi è che
essi possiedono la capacità di conoscere, pensare e decidere. Convinto che il mondo della Creatura sia intrinsecamente epistemologico, Bateson dà la sua unica possibile risposta ad un quesito filosofico fondamentale affermando che il conoscere di ogni singolo organismo è «una piccola parte di un più ampio conoscere integrato che tiene unita l’intera biosfera o creazione». Quindi, per Bateson biologia ed ecologia sono epistemologia; tutto ci che vive è, nella sua essenza, mentale ed epistemologico.

Bateson asserisce che la struttura del carattere dovrebbe essere intesa come «un insieme di ipotesi o premesse abituali e, in particolare, che essa è «una trama di premesse epistemologiche e ontologiche» che determina il modo in cui una persona comprende il mondo circostante e si mette in relazione con esso:

fisico» Gregory Bateson.«Nella storia naturale dell’essere umano, ontologia ed epistemologia non possono essere separate. Le sue convinzioni (di solito inconsce) sul mondo che lo circonda (cioè, le sue premesse ontologiche) determineranno il suo modo di vederlo (cioè, le sue premesse epistemologiche) e di agirvi, e questo suo modo di percepire e di agire (cioè le sue premesse epistemologiche) determinerà le sue convinzioni sulla natura del mondo (cioè, le sue premesse ontologiche). L’uomo vivente è quindi imprigionato in una trama di premesse epistemologiche e ontologiche. E’ scomodo far sempre riferimento all’epistemologia e all’ontologia insieme, e d’altronde è errato pensare che esse si possano separare nell’ambito della storia naturale… Pertanto impiegher il termine unico «epistemologia» per designare entrambi gli aspetti della trama di premesse che reggono l’adattamento (e il disadattamento) all’ambiente umano e fisico» Gregory Bateson.

Intelligenza e coscienza sono due esperienze indissociabili, uniche, unite dall’esperienza dello stato mentale, un equilibrio tra percezioni, sensazioni, emozioni e pensieri, intelligenza ci permette di anticipare gli eventi, la coscienza e alla base di qualunque processo di conoscenza e di apprendimento, coscienza e intelligenza sono alla base dei processo Ipnotico.

Ipnosi Come tecniche ed Ipnosi Costruttivista come Metodo

Ogni esperienza ipnotica e creata da una relazione, le esperienze noti che sono induttive ho deduttive, entrambi sono parte di una danza che crea uno stato ipnotico, la punteggiatura che viene data nel considerare un individuo come nordista e l’altro come ipnotizzato, è arbitraria, qualunque punteggiatura, come distinzione, genera contenuti e contesti differenti, ogni contenuto è comprensibile solo se si comprende il contesto, il contesto dell’esperienza ipnotica e nella relazione non è singoli individui, per questa ragione ogni esperienza ipnotica a momenti in cui induciamo, e momenti in cui deduciamo l’esperienza.

La Trance ipnotica: è un trasferimento dell’individuo dalle sue Credenze/Convinzioni, l’area della critica personale, l’ambiente di vita della persone, le certezze, attraverso la Logica condivisa dalle persone con presupposti ed assiomi condivisi, fino a raggiungere l’ Immaginario/l’ Ipnosi, l’ area della creatività personale, dove si trovano le risorse per il cambiamento.

Nell’ipnosi suggestiva diretta conta sul desiderio di protagonismo, sulla curiosità nel perdere coscienza, è forse la più affascinante esperienza d’ipnosi per l’osservatore, colui che riceve l’induzione spesso non ha molto da ricordare, cade in uno stato particolare di coscienza limitata, in cui si disattivano alcune aree del suo cervello lasciandolo in un limbo molto particolare, essere messi in gioco di fronte a un pubblico galvanizza le persone portate ad accentrare su di loro l’esperienza, contano le tecniche, le novità, le sorprese, lavorano prevalentemente sullo shock, sulla confusione, sul non sequitur, sulla rapidità, sulla rottura degli schemi, l’ipnosi cosiddetta Paterna, direttiva, utilizza le strutture del nostro cervello antico , il Sé di base, il cervello rettile, le tecniche paterne si trovano anche tecniche di base fisiologica, come la Tersicoretrans, tecnica di rotazione sul proprio asse con respirazione forzata, il massaggio carotideo, messaggio dei bulbi oculari, tecniche fisiche di invasione dell’area personale ed intima. E tecniche direttive erano prevalentemente usate dai medici, sono prevalentemente autoritarie, impongono una guida stretta con comandi precisi, immediati, funzionano molto bene con mentalità semplici, facili al comando, meno creative, impongono un clima di terrore e paura, e dunque fanno scattare in noi una reazione primordiale.

Nell’ipnosi terapia le cose sono diverse non conta la tecnica che usi ma il Metodo che conosci, costruire una via un cammino assieme alla persona che ha bisogno d’aiuto, entrando in un clima di collaborazione attraverso un sincronismo iniziale, un classico modellamento sull’altro facendolo sentire a proprio agio, seguendo tutto quello che dice e quello che fa. La chiave di volta per iniziare un trattamento ipnotico terapeutico e l’ascolto, l’ascolto attivo come ci ha insegnato Carl Rogers, nel ripetere parole e concetti che esprime la persona, e l’ascolto attivo che ci ha suggerito Milton Erickson con l’ipnosi indiretta, basata sostanzialmente sono uso mirato del linguaggio verbale non verbale e para verbale, utilizzando tutto quello che il cliente porta, considerando tutte le risorse che possiede prima dei limiti che porta con se.

Come esempio di Ipnosi Terapia porto il nostro metodo Psico Bío Emotivo, che ho sviluppato e concettualizzato, frutto di un lavoro complesso e particolare, ascolto, comprensione ipnosi deduttiva, ed intervento, usando il contatto continuo con le memorie del corpo, le memorie emotive collegate, oltre alla narrazione che la persona porta con se, la sua storia.

Il Metodo Ipnotico come il Metodo Psicobioemotivo nell’ambito della relazione d’aiuto non ha nulla di particolare o spettacolare è solo un esperienza dove conta molto l’ascolto attivo e quindi più l’ipnosi deduttiva, che non la classica ipnosi induttiva, con uso mirato di tecniche ipnotica, una trance naturalistica come ci ha insegnato Milton Erickson, conversazionale, nella sua naturale modalità colloquiale, Il Metodo Ipnotico PBE (Psicobioemotivo) sembra semplice e pare di capirlo subito, tre parti, corpo fisico percezioni e memorie del corpo, sensazioni, emozioni e memorie, intelligenza cognitiva linguaggio e ricordi, ma il Metodo ha a che fare con la vita che è una cosa complessa come sapete … le tecniche son più difficili all’inizio perché ci si deve allenare ripetendole, si devono imparare passo passo, ma poi ha a che fare con le suggestioni, l’immaginario, un esperienza simulata dalla mente, molto più facile da gestire.

L’ipnosi direttiva, classica, lavora prevalentemente sull’Ipnosi Verticale, dove si disattivano alcune aree del cervello, scende nella cosiddetta profondità ipnotica, con un uso mirato delle qualità del nostro cervello rettile, del cervello mammifero, e di quello neocorticale, la si pu definire verticale proprio perché va dallo stato di veglia allo stato di sonno, perdendo mano a mano alcune aree di attività cerebrale, lo stato mentale è in ogni caso vissuto per ogni persona ad un livello diverso di approfondimento. Un’esperienza particolare di Ipnosi Verticale è l’ipnosi meditativa, sia come autoipnosi che come ipnosi guidata, tutti i fenomeni di meditazione sono legati ad una parziale perdita di consapevolezza certe aree critiche vengono disattivate a favore dell’immaginario.

L’ipnosi orizzontale lavora sul cambiamento del proprio Sé e va ad impattare nella vita della persona, attraverso i suoi differenti Sè Biologico di base, Relazionale emotivo, ed Autobiografico. L’individuo è legato alla propria storia come narrazione personale e dunque all’inizio sembra più facile l’esperienza, ma dopo è molto più complessa e completa. Nell’ipnosi orizzontale si sperimentano esperienze come le cose regressiva, l’ipnosi progressiva, dove progetti una tua vita futura possibile, l’ipnosi contemplativa, dove costruisci una tua nuova identità.

Se vogliamo partire dalle cosiddette tecniche allora l’ipnosi costruttivista e strutturata su un acronimo molto semplice:TIFIDIDIME

TI

Sta ad indicare che, come ho detto, il processo ipnotico è costituito dalla relazione terapeuta ed ipnotizzato, due facce di una stessa medaglia, l’ipnosi è un processo co condotto, dove è fondamentale la sensibilità di chi si presta a guidare, una sensibilità orientata a mantenere il contatto continuo con l’altro, l’ascolto attivo, la sensibilità ad usare tutto ci che si presenta, l’umiltà di essere sempre guidato dall’esperienza dell’altro, dal suo inconscio e dalla relazione che si è in grado di costruire con l’inconscio stesso (dialogo interno e narrazione personale).

FIDI

Sono quattro i punti cardinali dell’esperienza ipnotica:

Focalizzazione, come possibilità di spostare la persona nel tempo e nello spazio, tipica dell’esperienza dell’ipnosi regressiva alla propria vita passata personale, o ad ipotetiche vite precedenti.

Intensificazione, come possibilità di aumentare o diminuire le percezioni e le sensazioni provate, l’ipnosi per il controllo del dolore, anestesie, analgesie, desensibilizzazioni, delocalizzazioni sensoriali.

Dissociazione come principale abilità, data dai due emisferi cerebrali, di essere protagonista ed osservatore della propria esperienza, la coscienza della la dissociazione come principale abilità, la coscienza del proprio Stato Mentale o Ipnotico, la costruzione dei propri Sè, esperienza alla base di tutte le realtà ipnotiche.

Implicazione, la vera e propria magia dello stato di trance, l’associazione che viene generata tra due condizioni differenti, se X allora Y, quando X allora Y, la magia della vicinanza associativa.

DI ME

L’ipnosi lavora sulla descrizione dell’esperienza attraverso Induzioni e Deduzioni ipnotiche, contempla necessariamente una manipolazione in cui si operano dei condizionamenti, ci sono momenti in cui si innestano esperienze nel vissuto della persona, come innesti di storie, e si aspetta il risultato come elicitazione, emersione, disvelamento di nuovi comportamenti, di un nuovo Sè esperienziale.

Passaggi principali nel Metodo Ipnotico Costruttivista.

La cornice all’interno della quale si articola il Metodo terapeutico Psicobioemotivo, nell’ottica dell’Ipnosi Costruttivista, è esemplificabile con la metafora originariamente proposta da Kelly (1955) dell’uomo come scienziato. Il lavoro terapeutico è concettualizzato come un processo di ricerca all’interno del quale paziente e terapeuta svolgono i ruoli distinti e complementari rispettivamente di ricercatore e di supervisore alla ricerca. La metafora definisce le competenze specifiche di ciascuno dei due membri della relazione: il paziente è l’esperto rispetto all’oggetto della ricerca (il suo sistema di conoscenza, le sue sensazioni, i suoi pensieri, le sue emozioni ecc.) poiché è l’unico ad avere la possibilità di un contatto diretto con esso; il terapeuta è l’esperto rispetto al metodo e il suo compito è quello di suggerire gli strumenti, le procedure e i tempi per portare avanti l’intero processo terapeutico Ipnotico.

Maieutica è il termine che definisce il metodo utilizzato da Socrate per aiutare i suoi discepoli a “partorire la verità”. Il Metodo Psicobioemotivo, dell’Ipnosi Costruttivista, come la maieutica consiste nel porre domande in modo tale da indurre l’interlocutore a trovare autonomamente la “verità”. Le domande sono estese a tutti i livelli della persona, quello fisico, il corpo e le sue memorie, quello cognitivo, la narrazione e le sue storie autobiografiche, le emozioni e le sue memorie, esperienze e vissuti, momenti passati, momenti anche solo immaginati.

La metodologia maieutica utilizzata in psicoterapia cognitiva corrisponde perfettamente, nei suoi presupposti generali, all’approccio socratico, intendendo per “verità” quella soggettiva e non quella ontologica. L’obiettivo è aiutare il cliente a prendere coscienza delle proprie strutture di conoscenza automatiche ed inconsce esprimibili verbalmente e delle relazioni intercorrenti fra esse. L’analisi è condotta mediante un processo inferenziale, inducendo il cliente ad osservarsi, assumendo il punto di vista di un osservatore esterno.

Molte volte capita che le persone abbiano superato un trauma fisico, ma non l’abbiano superato a livello cognitivo, rimane l’emozione cognitiva a testimonianza e non si riesce a guarirne, altre volte capita che il trauma psicologico sia stato superato ma quello fisico mantiene le sue memorie, la memoria del corpo vanno curate come le memorie cognitive Autobiografiche, in questo caso rimane l’emozione fisica a testimonianza della mancata guarigione.

Col Metodo Psicobioemotivo dell’Ipnosi Costruttivistaa al cliente vien chiesto di:

a) concentrarsi sulle proprie sensazioni corporee tenendo un contatto fisico col cliente;

b) concentrarsi su uno specifico stato emotivo raggiunto nel corso della seduta;

c) rappresentarsi immaginativamente situazioni di vita ripercorrendole come in una sequenza filmica seguendo le memorie del corpo;

d) costruire fantasticamente ipotetiche situazioni di vita reale, emotivamente significative, seguendone le sensazioni che emergono;

e) sviluppare immagini fantastiche attraverso metafore per esprimere propri stati mentali o sviluppare fantasie guidate su temi proposti dal terapeuta.

Il lavoro con il Metodo Psicobioemotivo dell’Ipnosi Costruttivista porta ad un incremento della sua consapevolezza e coerenza interna. La conseguenza per il cliente si concretizza in una maggiore capacità di dialogare con se stesso (dialogo interno con l’inconscio) è capacità di percepirsi in modo emotivo.

a) Flessibilità nell’utilizzare le informazioni potenzialmente disponibili nell’ambiente per effettuare le sue costruzioni;

b) Capacità di formulare anticipazioni degli eventi, funzionali ai propri obiettivi;

c) Tendenza ad accogliere le invalidazioni e modificare le proprie strutture in rapporto ad esse;

d) Capacità di attribuire nuovi significati agli eventi della vita, in particolare quelli che precedentemente minacciavano il suo equilibrio interno ora sono riequilibrati dal dialogo col proprio inconscio.

 

Conclusione.

 

«Tutti i processi mentali si configurano come la risultante di una costruzione progressiva di strutture, dalle meno complesse alle più complesse, lungo una successione di tappe, ciascuna delle quali rappresenta il punto di arrivo ed il punto di partenza di nuove forme di equilibrio». Jean Piaget

Concezione dell’uomo come elaboratore di informazioni e generatore di significati. L’uomo non è passivo nei confronti dell’ambiente ma partecipa alla costruzione della realtà.

L’analisi è rivolta alle strutture mentali fisiche ed emotive che modulano e regolano il rapporto SA-P (soggetto-ambiente-persone) in termini di flussi e scambi di informazioni.

Le relazioni d’aiuto considerano la modificazione delle emozioni e degli affetti e dei meccanismi interni di regolazione, elaborazione e generazione delle informazioni della persona.

Per i costruttivisti non è possibile avere un mondo reale preesistente e indipendente dall’osservatore, esistono piuttosto diverse «visioni del mondo» che dipendono dal punto di vista osservatore, dai suoi Sé differenti, fisici di base, relazionali emotivi ed Autobiografici.

Ogni percezione od operazione cognitiva, ogni giudizio non rispecchia semplicemente qualcosa, è una operazione procedurale, costruttiva, in cui l’osservatore è implicato in un processo autoreferenziale ed Autobiografico quindi.

Dal punto di vista teorico l’Ipnosi Costruttivista vede il recupero di una visone olistica ed unitaria della persona e del suo ruolo attivo di inventore della realtà ci ricorda Watzlavick, ha condotto alla formulazione di modelli interpretativi più complessi, un uomo non semplice elaboratore di informazioni, quanto “costruttore di significati” ed all’ambiente non più come luogo di stimolazioni esterne, piuttosto come universo di simboli e di esperienze.

Crescita personale = differenziazione

Da un comportamento meno organizzato verso comportamento più organizzato.

Sviluppo = estensione del campo di attività ed interessi da un Irrealtà ad una Realtà

Da una relazione labile con la vita ad una solida

Retrogressione ritorno ad una modalità di comportamento precedente nella storia psicologica del soggetto

Regressione ritorno a modalità di comportamento primitive più “generali”, mutamento in una direzione opposta ai mutamenti caratteristici dello sviluppo, riduzione della differenziazione, diminuzione del realismo, compromissione della dimensione temporale, restrizione dello spazio di vita.

Il Soggetto “costruisce” gli eventi della realtà, non è semplicemente rispondente ad essa. Le rappresentazioni dell’ambiente consentono la possibilità di intervenire modificandolo, ed adattarlo a sé, in modo creativo: la realtà non è soltanto data in quanto tale, e non è univoca, ci che conta anche ai fini dell’interpretazione è il costrutto, la rappresentazione personale e unica degli eventi che ciascuno elabora, secondo le proprie caratteristiche personali.

I costrutti sono dinamici poiché l’esperienza quotidiana comporta una costante revisione del modo di vedere le cose e la vita.

Le metodologie di ipnosi sono svariate e a loro volta schemi che devono essere adattati che in ipnosi costruttivista si distinguono in:

  • tecniche materne
  • tecniche paterne

Le tecniche materne si basano sul sistema limbico del cervello, stimolando il rilassamento in modo graduale , mentre quelle paterne usano il sistema rettile del cervello portando la persona in uno stato ipnotico rapidamente. Infatti le prime usano emozioni di accoglimento e un rilassamento piu pacifico e lento , le seconde invece fruttano emozioni rettili che portino in modo piu drastico e veloce il paziente in uno stato di trance utilizzando emozioni adrenaliniche .

La tecnica/schema oggetto del nome di questo brevetto si basa sul portare il paziente in trance tramite una tecnica preferibilmente materna.

A questo punto raccogliere tre parole chiave. La prima la qualità che il paziente crede di avere sviluppato in uno di questi punti di vita(bambino, adolescente, adulto, professionista, rapporto con se stesso, rapporto con gli altri, genitore affettivo, genitore normativo) poi l’emozione collegata per poi invitarlo a localizzare quell’emozione in una parte del corpo per poi mostrargli uno schema disegnato su carta bianca legandola ad una sensazione fisica di suddetta parte nello stato di codesto stato di ipnosi.

1. immagine (esempio)

2. immagine (esempio)

Quindi per poi mostrare disegnato preferibilmente su carta bianca con inchiostro nero ( un incrocio di quattro linee che dividono il foglio in otto triangoli uguali)

3. immagine

a questo punto fargli scrivere la qualità , l’emozione e la sensazione raccolte in precedenza di uno degli ottto punti trattati(bambino, adolescente, adulto,professionista, rapporto con se stesso, rapporto con gli altri, genitore affettivo, genitore normativo) cominciando da dove preferisce fino a ricoprire gli otto triangoli ciascuno con uno dei punti e le relativa qualità, emozione, sensazione andando in senso orario dal primo triangolo scelto. Una volta che il paziente ha completato di numerare i triangoli dall’uno all’otto partendo dal primo a destra

4. immagine

Quindi

  • 1=2
  • 2=4
  • 3=6
  • 4=8
  • 5=1
  • 6=3
  • 7=5
  • 8=7

In questo modo si puo ricostruire quello che è il percorso di vita che il paziente ha fatto / deve fare e da dove attingere i valori per raggiungere quella qualità per cui ha richiesto la tecnica secondo il suggerimento del suo inconscio.

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